La decisione lunedì e la telefonata a Trump: come è nato l'attacco di Israele all'Iran

Il premier Netanyahu avrebbe comunicato a Trump l'intenzione di lanciare l'attacco su Teheran anche senza l'aiuto Usa nella fase offensiva

La decisione lunedì e la telefonata a Trump: come è nato l'attacco di Israele all'Iran
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L'attacco israeliano sull'Iran ha sorpreso molti, ma non tutti. A mezza voce, ma nemmeno tanto, circolava da giorni l'ipotesi che Benjamin Netanhyau avrebbe colpito Teheran, tanto che anche Donald Trump ha intimato che non venissero condotti attacchi sull'Iran. Ma è probabilmente poco prima che il presidente degli Usa si esprimesse che Netanhyau avrebbe deciso di attaccare e potrebbe essere arrivato a questa conclusione lunedì, dopo una telefonata di 40 minuti con Trump. Il Commander in Chief Usa sarebbe stato contrario fin dall'inizio e avrebbe escluso il suo coinvolgimento ma Netanhyau ha annunciato l'intenzione di procedere anche da solo.

E così è stato. Come riferisce il Corriere della sera, le ultime 48 ore di Netanhyau sono state scandite normalmente tra una giornata in tribunale e un incontro con Javier Milei, presidente argentino, in parlamento. Il premier israeliano si è anche mostrato influenzato nelle sue uscite pubbliche. Ieri ga trascorso la maggior parte del suo tempo alla Knesset per evitare di perdere la maggioranza, minacciata dalla diserzione degli ebrei ultra-ortodossi che chiedono il prolungamento dell'esenzione da servizio militare dei loro studenti. A questo attacco, Netanhyau pare stia pensando dal 2009, da quando ha riconquistato la carica di primo ministro. La minaccia atomica iraniana è insopportabile per il governo di Netanhyau, che nel suo raid ha colpito molti dei siti in cui il Paese dell'Ayatollah Ali Khamenei amplia il suo programma nucleare e arricchisce l'uranio oltre i limiti consentiti.

Israele sostiene che l'Iran sia più vicino che mai a ottenere un'arma nucleare e che il suo programma nucleare rappresenti una "minaccia esistenziale" per la sopravvivenza di Israele. E l'attacco di questa notte, come dichiarato, sarebbe stato preventivo a fronte di una minaccia imminente da parte dell'Iran. Netanhyau mira a cambiare il volto del Medioriente, attualmente dominato in gran parte dai regimi islamici, che minacciano l'esistenza di Israele. Il 7 ottobre è stato un giorno dirimente in tale senso, che oltre ad aver mostrato il punto debole dello Stato ebraico ha dimostrato che il Paese è esposto su più fronti agli attacchi, che nella maggior parte dei casi Israele ha schivato graie all'Iron Dome.

L'esistenza di Israele è segnata da un continuo assedio, da attacchi preventivi e da ritorsioni, che si susseguono ciclicamente in attesa che, prima o poi, la pace possa regnare anche in quei territori martoriati e massacrati dalle guerre.

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