
Mentre il tribunale di Parigi, ieri, lo condannava a diciotto mesi con sospensione della pena, lui non c’era (era impegnato su un set). E prima, durante i quattro giorni di processo, si era sempre professato innocente, tanto che il pubblico ministero aveva sottolineato il «totale diniego e l’incapacità di mettersi in discussione». Gerard Depardieu, 76 anni, colpevole di aver aggredito sessualmente due donne sul set del film «Les Volets Verts» («Le persiane verdi») del regista Jean Becker nel 2021, insiste nel professarsi innocente. E c’è da supporre che ci creda davvero, malgrado gli odiosi dettagli emersi dai racconti delle due donne che lo hanno accusato, perché l’icona francese (in patria è venerato quanto il formaggio Brie e il Château Lafite, è anche stato insignito della Legion d’Onore) è un uomo di «un altro tempo». Quello delle pacche sul sedere prese a ridere, dei commenti infelici scambiati per attenzioni e delle carezze non richieste accettate come complimenti.
Non a caso, il suo avvocato, a fine udienza, ha annunciato che l’attore (sarà anche iscritto nel registro dei criminali sessuali e dichiarato ineleggibile a una carica pubblica per due anni) ricorrerà in appello. E ha commentato indignato ai giornalisti che «oggi, dal momento in cui sei implicato in un cosiddetto caso di violenza sessuale, sei automaticamente condannato». E non a caso, di contro, le avvocatesse delle controparti hanno esultato per la sentenza spiegando che questo processo è «un importante test sulle capacità del post #MeeToo di fare breccia nella società e nell’industria cinematografica francese anche se le accuse di molestie coinvolgono personaggi di spicco».
E di nuovo, non a caso, a difendere l’attore, dopo l’amica Fanny Ardant, ieri è riemersa da un silenzio che durava da undici anni anche l’attrice novantenne Brigitte Bardot, altra donna di «un altro tempo». Nel corso di un’intervista per BfmTv, è intervenuta sul «caso Depardieu» affermando: «Il femminismo non è il mio genere. A me piacciono gli uomini» riducendo l’intera vicenda ad una rancorosa rabbia di genere. Intanto rimbombano ancora nelle orecchie le ricostruzioni delle donne aggredite dall’attore, una costumista di 54 anni identificata come Amelie, e un’assistente alla regia di 34 anni, Sarah. La prima - l’unica parte civile presente ad ascoltare la sentenza - durante la sua testimonianza aveva affermato di aver subito diverse molestie da parte di Depardieu, sia fisiche che verbali, mentre la trentaquattrenne aveva detto di essere stata aggredita nel tragitto dal camerino al set. La costumista lo aveva accusato di averla stretta tra le gambe mentre lei cercava di passare in un corridoio stretto. Aveva detto che lui le aveva afferrato i fianchi e l’aveva «palpata».
La donna aveva testimoniato che Depardieu aveva usato un’espressione oscena per chiederle di toccargli il pene e aveva detto di volerla violentare. L’altra querelante aveva riferito che Depardieu le aveva toccato i glutei e il seno. L’attore è stato accusato pubblicamente o con denunce formali di cattiva condotta da più di 20 donne.
Alcuni altri casi sono stati archiviati per mancanza di prove o per prescrizione. Ma Depardieu potrebbe dover affrontare altri procedimenti legali. Nel 2018, l’attrice Charlotte Arnould lo aveva accusato di averla violentata a casa sua. Il caso è ancora aperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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