Ricorsi per bloccare Trump: ecco la mappa dell'assedio contro il tycoon

Gli Stati Uniti si spaccano tra mille ricorsi pro e contro Trump alle prossime elezioni primarie: tra bocciature e approvazioni, ora la parola spetta alla Corte Suprema degli Stati Uniti

Ricorsi per bloccare Trump: ecco la mappa dell'assedio contro il tycoon
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Nell'anno considerato "il più elettorale della storia" si complica sempre più il diorama delle primarie americane che, nei prossimi mesi, dovrebbero incoronare i due candidati principali alla Corsa alla Casa Bianca.

Un'America divisa tra "modello Colorado" e "modello Michigan"

Due stati americani, Maine e Colorado, hanno sentenziato l'incandidabilità di Donald Trump, riconosciuto come il responsabile politico dell'assalto a Capitol Hill, nonché come istigatore della folla che impedì il legittimo passaggio dei poteri nel 2021. Il Colorado aveva fatto da apripista, registrando la prima volta nella storia in cui il Comma 3 del Quattoridcesimo Emendamento viene utilizzato per bandire un candidato alla presidenza. I giudici avevano così ribaltato la decisione del mese scorso di un omologo distrettuale di Denver, secondo cui la Sezione 3 non si applicherebbe alla presidenza. Leggermente diverso il caso del Maine, ove a prendere la decisione è stata la segretaria di Stato democratica Shane Bellows, facendo registrare anch'essa un precedente giuridico mai tentato: la Bellows ora difende a spada tratta la sua decisione che, assicura, non è stata influenzata dalla sua appartenenza politica. "La mia sola considerazione è stata la costituzione e la legge", ripete da giorni alla stampa americana.

Ma i due Stati non restano mosche bianche nella mappa elettorale americana: nelle prossime settimane la questione sarà posta al vaglio delle autorità di altri 35 stati. Dall'altra parte della barricata ci sono Stati come il Michigan, invece, che hanno respinto questa tipologia di ricorsi: qui, ad esempio, la Corte Suprema statale si è dichiarata non competente sulla vicenda in questione. Hanno seguito a ruota Minnesota, New Hampshire, Rhode Island e Florida, con ricorsi presentati dalla medesima organizzazione Free Speech For People, bocciati però dalle corti di grado inferiore. In Minnesota e in Michigan, tuttavia, le decisioni sono state già confermate dalle Corti Supreme dei due stati, anche se il pronunciamento dei giudici del Minnesota lasciava aperta la porta ad una nuova formulazione del ricorso.

Un tentativo mai esperito, in attesa del giudizio della Corte Suprema

Quanto basta, insomma, a balcanizzare la road map di un'elezione di portata storica, sebbene arida di grandi narrazioni. Quello che è certo è che presto o tardi è previsto l'intervento della Corte Suprema degli Stati Uniti, poichè il partito repubblicano del Colorado ha presentato ricorso contro la decisione della Corte Suprema dello Stato che ha considerato applicabile all'ex presidente la sezione 3 del Quattordicesimo emendamento, che vieta a chi ha partecipato ad un'insurrezione di candidarsi a incarichi pubblici. Qui, infatti, i giudici hanno sospeso l'applicazione della decisione di escludere il tycoon dalla scheda elettorale fino al 4 gennaio, proprio per permettere l'eventuale, atteso, intervento della massima autorità costituzionale americana.

Il percorso esperito da numerosi Stati americani risulta complesso da un punto di vista sia del diritto interno che da quello del diritto federale, essendo il caso contemplato dal Quattrodicesimo emendamento un tentativo mai esperito contro un candidato presidente, costituendo un'eredità "fossile" della Guerra Civile. L'idea di base della maggioranza degli esperti è che a dirimere la questione potrà essere solo la Corte Suprema - la cui maggioranza conservatrice (6 giudici) potrebbe risolvere decisamente a favore del candidato del Gop.

Ricorsi ritirati e da discutere

In molti stati i ricorsi sono stati volontariamente ritirati: Connecticut, Delaware, Idaho, Kansas, Utah, Oklahoma, Maine, Massachusetts, Montana, Pennsylvania, North Carolina e California. In quest'ultima, stato democratico per eccellenza, oggi Shirley Weber, segretario di Stato, che a livello statale è la massima autorità in materia elettorale, ha deciso che The Donald potrà rimanere nelle scheda elettorale, andando nella direzione opposta a quella presa dalla sua collega del Maine, Shenna Bellows. Ma ci sono ancora ricorsi che devono essere discussi in molti stati: due nello stato di New York, in Texas, Nevada, Alaska, New Mexico, Wisconsin, Vermont, Virginia, South Carolina, West Virginia, New Jersey, Oregon e Wyoming. In Arizona si attende l'appello contro la decisione di un giudice che ha bocciato il tentativo di escludere Trump dalla corsa elettorale.

Trump inoltre, si appresta a vivere un anno in tribunale con la prospettiva di doversi destreggiare in diversi processi proprio nel mezzo della sua campagna elettorale. In quattro processi penali, dovrà rispondere di 91 capi di imputazione, con accuse che possono portare a condanne fino a 20 anni.

Il suo team di avvocati sta tentando di adottare una serie di tattiche dilatatorie per cercare di far slittare il più possibile questi processi a dopo il voto di novembre. Ma ci sono anche le beghe civili, che potranno costare al suo patrimonio risarcimenti miliardari.

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