Cronaca internazionale

"Rischia la tortura". Negata l’estradizione in Russia a Rubtsov, l'oligarca anti-Putin

L’oligarca è stato fermato lo scorso 27 gennaio in Alto Adige ed è accusato di una presunta frode legata a due auto aziendali

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Rischia la tortura, per questo motivo non verrà dato il via libera all’estradizione in Russia. La sezione distaccata di Bolzano della Corte di appello di Trento - competente per tutti i procedimenti di estradizione in Trentino Alto Adige - ha scarcerato l’oligarca Alexander Rubtsov. Amministratore delegato del colosso aeronautico Ilyushin, il sessantacinquenne è considerato uno dei principali nemici di Vladimir Putin ed è accusato di una presunta frode legata a due auto aziendali. Arrestato poco meno di un anno fa in Alto Adige, il magnate con lo status di rifugiato in Lettonia non sarà costretto a tornare a Mosca.

Come ricostruito da Repubblica, Rubtsov è stato fermato per un controllo della polizia lo scorso 27 gennaio in Alto Adige. Nel corso dei controlli del caso, gli agenti hanno scoperto che il nome del russo era già presente nel database perché destinatario di un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Babushkinskiy di Mosca per una presunta truffa sulla gestione di auto aziendali risalente al 2019. Rubtsov e il suo avvocato italiano, Andrea Rovere, hanno respinto gli addebiti, sottolineando che l’oligarca è ormai da anni finito nel mirino del regime del presidente russo Putin.

Nonostante la convalida dell’arresto, in quanto rispondeva a un regolare mandato di cattura dell’Interpol, i giudici italiani hanno precisato come “recentemente sia la Corte di Cassazione che le corti di merito si sono pronunciate negativamente in ordine a richieste di estradizione provenienti dalla Federazione Russa, in particolare per il rischio del mancato rispetto dei diritti fondamentali previsti dagli arti. 698 e 705 del codice di procedura penale”. In altri termini, viene negata l’estradizione perché Rubtsov correrebbe dei rischi per motivi politici, religiosi o di razza. In particolare, potrebbe essere messa a rischio la sua integrità fisica e psicologica attraverso torture e trattamenti inumani, tutti aspetti tutelati dalla Convenzione dei diritti dell’uomo.

Ma non è tutto.

Tra i motivi che hanno portato alla scarcerazione e alla mancata estradizione in Russia è che Rubtsov"risulta avere lo status di rifugiato riconosciutogli dalla Lettonia ed è in possesso di un titolo di viaggio per rifugiati Lettone… e ha manifestato la volontà di non acconsentire all'estradizione verso la Russia, rappresentando agli operatori procedenti di avere timore per la sua incolumità, così come già riferito nelle sue memoria all'atto di richiedere asilo politico verso la Lettonia" .

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