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"Ho smesso di contare alla 50esima vittima": l'angelo della morte che terrorizzò la Germania

Condannato per 85 commessi tra il 2000 e il 2005, Niels Högel, l’angelo della morte della Bassa Sassonia potrebbe aver ucciso più di 300 persone

Screen faz via YouTube
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La follia di un infermiere serial killer, un uomo privo di scrupoli pronto a tutto per soddisfare i suoi bisogni psicologici. Conosciuto anche come il mostro di Oldenburg, Niels Högel è il più prolifico assassino seriale tedesco dal dopoguerra in poi: condannato per 85 omicidi commessi tra il 2000 e il 2005, potrebbe in realtà aver ucciso più di 300 innocenti. La stima infatti è cresciuta esponenzialmente con il passare degli anni e con le indagini, che sono riuscite a inchiodarlo: per suscitare l’apprezzamento dei colleghi per l’abilita professionale, prima causava un arresto cardiaco o un collasso circolatorio, per poi cercare di rianimare il malcapitato. Nessuna preferenza per le vittime – scelte a caso, spesso tra quelle nelle condizioni più critiche – così come nessuna pietà: una storia scabrosa.

La nascita dell'angelo della morte

Niels Högel nasce il 30 dicembre del 1976 nella città costiera di Wilhelmshaven, nella Bassa Sassonia, ex Germania Ovest. Suo padre, come sua nonna, è un infermiere, mentre la madre lavora come avvocato. Nessun trauma significativo nel corso dell’infanzia, anzi: trascorre i primi anni di vita protetto e coccolato, senza alcun tipo di violenza fisica o psicologica. Stesso discorso per l’adolescenza, vissuta in gioia e serenità.

Terminato il periodo scolastico, Niels Högel intraprende il percorso per diventare infermiere e nel 1997 completa l’addestramento professionale al Sankt-Willehad-Hospital, dove aveva lavorato anche il padre. Due anni più tardi passa all’unità di terapia intensiva di cardiochirurgia della clinica Oldenburg. In quel periodo inizia a sviluppare le sue ossessioni, vuole farsi apprezzare da tutti e porre l’accento sulle sue abilità da infermiere.

Niels Högel utilizza cinque differenti droghe - Ajmalina, Sotalolo, Lidocaina, Amiodarone e cloruro di calcio – per provocare aritmia cardiaca e un brusco calo della pressione sanguigna, così da decretare un brusco deterioramento fisico in pazienti già malati. L’obiettivo non è quello di porre fine alle loro vite, ma mettersi in mostra con i colleghi e ricevere complimenti per l’ottimo lavoro svolto nel corso delle operazioni di rianimazione.

Una follia senza precedenti

Niels Högel continua indisturbato a giocare con le vite dei pazienti ricoverati fino all’agosto del 2001, quando medici e responsabili del padiglione 211 della clinica Oldenburg notano un picco di pazienti in rianimazione e un enorme numero di decessi. Preoccupato per i possibili risvolti, l’infermiere si mette in malattia per un mese e il numero di vittime cala drasticamente: appena due. E le statistiche sono impietose: il 58% dei decessi è avvenuto quando lui era in servizio.

Finito nel mirino dei superiori ma senza alcuna prova, Niels Högel viene “invitato” a trasferirsi nel reparto di anestesia. Anche qui, però, si trova quasi sempre coinvolto in situazioni di emergenza. Nel 2002 viene dunque costretto a rassegnare le dimissioni, guadagnando una lettera di referenza del direttore della clinica Oldenburg ricca di elogi. Alla fine dello stesso anno viene assunto nella clinica Delmenhorst e riprende la sua attività brutale, con una clamorosa impennata di morti improvvise.

Troppe stranezze, eccessive coincidenze, qualcosa che non torna. L’angelo della morte viene osservato con sospetto dai colleghi, ma non è tutto. Gli impulsi di Niels Högel sono ormai irrefrenabili e per soddisfarli il più possibile inizia a lavorare come volontario per la Croce Rossa tedesca a Ganderksee. Nonostante i maggiori rischi, riesce sempre a farla franca. Nel 2004 inoltre si sposa e diventa padre di una bambina.

L'inizio della fine

Il 2005 è l’ultimo anno di attività criminale per Niels Högel. Il 22 giugno viene pizzicato a iniettare una sostanza contro l’aritmia a un paziente senza alcuna prescrizione. La vicenda finisce sotto l’attenzione delle forze dell’ordine: le autorità esaminano i decessi avvenuti nella clinica tra il 2003 e il 2005 e la conclusione è perentoria, il numero di vittime è raddoppiato da quando lui è stato assunto. Nei primi sei mesi del 2005 il 73% dei decessi è legato indissolubilmente ai suoi turni di servizio.

L’inizio della fine del mostro di Oldenburg, un serial killer eccitato dal rischio e pronto a tutto per soddisfare l’ego. Nel dicembre del 2006 viene condannato a cinque anni di prigione e all’interdizione alla professione per il tentato omicidio colposo, pena aumentata a sette anni e mezzo in appello. Ma le indagini sono solo all’inizio. Nel 2014 l’ufficio della procura di Oldenburg accende i riflettori su una serie di morti sospette registrate nella clinica Delmenhorst - Niels Högel viene incriminato per altri tre omicidi e due tentati omicidi. Qui arriva la svolta: l’infermiere vuota il sacco e confessa altri trenta omicidi, oltre a sessanta rianimazioni effettuate con successo. Un anno più tardi la condanna tanto attesa dai parenti delle vittime: ergastolo.

Ma non finisce qui. Le investigazioni proseguono e nel novembre del 2014 viene istituita la commissione speciale Kardio per conoscere il vero numero di omicidi commessi da Niels Högel. Vengono riesumati oltre cento cadaveri tra Germania, Polonia e Turchia, ma la decomposizione non rende possibile individuare la presenza di qualsiasi droga. Altri cento corpi invece erano stati cremati. Il 6 giugno 2019 Niels Högel viene condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà anticipata per 85 omicidi e assolto per 15 casi.

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