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L'amore per i serial killer: ecco chi sono le groupies del terrore

Lettere d'amore, proposte di matrimonio e gesti eclatanti: un fenomeno difficile da analizzare ma con radici lontane

Le serial killer groupies: l'amore per gli uomini che uccidono
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Ted Bundy è passato alla storia come l'assassino affascinante, il criminale dalla bellezza irresistibile. Nel periodo trascorso nel braccio della morte ha ricevuto migliaia di lettere dalle "fan", donne poco interessate al suo passato violento e pronte a tutto per convolare a nozze con lui. Ma l'assassino delle studentesse non è stato di certo l'unico ad aver ammaliato centinaia di donne (e uomini): il fenomeno delle serial killer groupies (conosciuto anche con l'acronimo SKG) ha radici lontanissime.

Per la precisione, bisogna risalire alla fine dell'Ottocento: come confermato da Ruben De Luca nel suo libro "Serial killer", la prima groupie è stata Rosalind Bowers, una donna sposata che non perse neanche un’udienza del processo contro l'assassino Theodore Henry Durrant, accusato di aver ucciso brutalmente due donne a San Francisco.

Il fenomeno delle serial killer groupies

A partire dal Novecento i serial killer sono diventati delle vere e proprie celebrità: libri, serie tv, film, interviste storiche e così via. La visibilità offerta dai mass media ha modificato il rapporto tra l'opinione pubblica e i criminali, a tratti quasi celebrati nonostante barbarie e angherie perpetrate. E come qualsiasi altra star, anche gli assassini seriali hanno collezionato ammiratrici da ogni parte del mondo.

Contattare detenuti condannati all'ergastolo o nel braccio della morte è stato sempre piuttosto facile, basti pensare che in Scandinavia (ma anche negli Stati Uniti) esistono siti dedicati. Dopo qualche timido caso nella prima parte del Novecento, il fenomeno è cresciuto esponenzialmente: lettere appassionate e richieste di matrimonio à gogo, stesso discorso per racconti piccanti e foto osè. Gli studiosi hanno individuato una serie di ragioni per motivare l'attrazione provata da certe donne nei confronti degli uomini violenti e un dato è emerso con chiarezza: più elevato è il numero delle vittime, più numerose sono le groupies.

Il profilo delle ammiratrici

Sono diverse le motivazioni che spingono le donne a mettersi in contatto con i detenuti, in questo caso i serial killer. Alcune donne sono attratte dall'immagine del "bad boy", mentre altre credono di poter aiutare il criminale nel percorso di redenzione. Altre ancora invece avvertono il bisogno di allevare e curare il desiderio di proteggere quella parte innocente degli assassini come fa una madre con il proprio figlio. E ancora: molte donne bramano situazioni drammatiche per obnubilare noie e banalità della vita.

Secondo gli esperti, la maggior parte delle serial killer groupies è rappresentata da donne istruite, di buona famiglia, alla ricerca di attenzione e con un basso livello di autostima. Da questo punto di vista, il rapporto a distanza con un detenuto ha il pregio di basarsi più sulla fantasia che sulla realtà. Spesso colpite dalla sindrome della Bella e la Bestia - quel desiderio di affiancare un uomo pericoloso - le groupies sono inoltre affette da ibristofilia, ovvero l’attrazione sessuale verso chi commette violenza.

Disposte a fare quasi tutto per stare vicino all'oggetto del desiderio, le groupies dei serial killer cambiano lavoro e città per raggiungere lo scopo, arrivando a spendere tutti i risparmi. Il primo incontro ha sempre rappresentato una tappa decisiva nel rapporto tra assassino e ammiratrice: la maggior parte delle donne, comprese quelle già sposate, ha raccontato di essere rimasta piacevolmente sorpresa dai tratti di umanità e dal comportamento ordinario dell'interlocutore.

Una tendenza globale

Seppur con qualche ovvia distinzione, il fenomeno delle Gsk è globale. Oltre al già citato Ted Bundy, negli Stati Uniti ha destato parecchio clamore la ressa di ammiratrici per Charles Manson, mente dell'eccidio di Cielo Drive e di quello ai danni di Leno LaBianca e di sua moglie. In Europa è impossibile non citare il successo con le donne di Guy Georges: sin dal giorno del suo arresto, la bestia della Bastiglia ha ricevuto migliaia di lettere. In Russia a conquistare il cuore di centinaia di donne ci ha pensato Alexandr Pičuškin: almeno 49 vittime accertate tra il 1992 e il 2006.

In Ucraina invece, fino a qualche tempo fa sono esistiti veri e propri fan club organizzati per maniaci e assassini seriali: quasi tutti nati su internet e con mini-imperi di vendite di gadget legati ai serial killer. Una tendenza particolare, difficile da arginare nelle sue forme più morbose. La Danimarca nel 2021 ci ha provato con una legge dalla scopo ben preciso: vietare agli ergastolani di entrare in contatto con nuove persone. "Abbiamo visto esempi disgustosi negli ultimi anni di prigionieri che hanno commesso crimini abominevoli contattando i giovani per ottenere la loro simpatia e attenzione", il commento tranchant del ministero della Giustizia di Copenaghen.

Il caso di Angelo Izzo e Donatella Papi

In alcuni casi, l'ammirazione si è trasformata in una controversa storia d'amore. Da Renato Vallanzasca a Raffaele Cutolo, non mancano gli esempi tutti nostrani, ma il caso più famoso è probabilmente quello che ha coinvolto Angelo Izzo e Donatella Papi. Condannato all'ergastolo per il massacro del Circeo, Izzo alla fine del 2004 ha ottenuto la semilibertà. Dopo sei mesi, il 28 aprile del 2005, è tornato a uccidere, massacrando Maria Carmelo Maiorano e la figlia quindicenne Valentina. Nell'ottobre del 2009 la giornalista Donatella Papi ha scritto al direttore del carcere di Velletri per incontrare l'assassino - condannato a un altro ergastolo - e "concordare le modalità necessarie al fine di contrarre matrimonio in regime intramurario".

Tutto è nato grazie a un rapporto epistolare e la Papi, da buona groupie, ha colto ogni finestra di visibilità per perorare la causa di Izzo e provare a dimostrare la sua improbabile innocenza. I due si sono sposati nel 2010: "Sono una sposa serena. Ho sposato l’uomo che amo. È quello che volevamo entrambi. Non abbiamo paura, non abbiamo fatto nulla di male", le parole della cronista. L'unione durata appena un anno: è stata proprio lei a chiedere la separazione. Ma il rapporto non si è mai interrotto: la Papi ha continuato a sostenere l'innocenza dell'ex coniuge nei crimini del Circeo e anche in quello di Campobasso.

... e viceversa

Il fenomeno riguarda principalmente le donne, questo è sicuro. Ma anche per un semplice confronto numerico: serial killer e stupratori sono quasi sempre uomini. Ma quando a macchiarsi di delitti terribili sono le donne, la tendenza è identica: uomini perdutamente innamorati e migliaia di lettere con richieste di matrimonio. Uno dei casi più famosi è quello di Susan Atkins, complice di Charles Manson: si è sposata due volte durante il periodo di detenzione, entrambi i mariti conosciuti come "pen pal".

In Italia invece la vicenda di Erika Di Nardo: responsabile insieme all'allora fidanzato Omar Favaro della strage di Novi Ligure - vittime la madre e il fratellino - all'inizio degli anni 2000 la giovane ha avuto una relazione con un ragazzo conosciuto tramite corrispondenza epistolare.

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