Ruba il pallone firmato da Neymar: condannato a 17 anni di carcere

Durante l’assalto al Parlamento, un fan dello sconfitto Bolsonaro aveva trafugato il cimelio. Il giudice: “È un patrimonio azionale”

Ruba il pallone firmato da Neymar: condannato a 17 anni di carcere
00:00 00:00

Beato (o no?) il Paese dove un pallone viene considerato dalla magistratura “patrimonio nazionale”. Quel Paese è il Brasile e la dicitura “patrimonio nazionale” è nella sentenza con cui un giudice carioca (sicuramente appassionato di calcio) ha condannato alla bellezza di 17 (diciassette!) anni di carcere tal Nelson Ribeiro Fonseca, reo tra l’altro di aver rubato un pallone (autografato da Neymar) esposto in Parlamento. Ma perché il 35enne Fonseca era nei corridoi della massima istituzione politica verdeoro? Faceva parte della folla che aveva “invaso” - non il campo, bensì il Palazzo del potere - per protestare contro l’elezione di Lula da Silva.

Il signor Fonseca, deluso dalla sconfitta del suo beniamino (Jair Bolsonaro) si era lasciato andare, al pari di tanti altri “bolsonariani” ai saccheggi avvenuti nella capitalel’8 gennaio 2023, durante i disordini scatenati dai sostenitori dell’ex presidente ultraconservatore sconfitto di misura alle presidenziali dal socialista Lula da Silva. Fonseca, nella foga dell’assalto, aveva trafugato anche il prezioso pallone personalizzato dall’”erede di Pelé”. Incastrato dalle telecamere, Fonseca aveva poi restituito il “mmaltolto sostenendo che il suo gesto era stato originato “dalla volontà di proteggere il famoso cimelio”.

Peccato, per lui, che la Corte Suprema non gli abbia creduto e lo abbia condannato, oltre che per il furto, anche per “colpo di stato e associazione a delinquere”; reati, questi ultimi, che hanno determinato la dura condanna. Ma il giudice Alexandre de Moraes nel suo verdetto ha dedicato una parentesi al “furto del pallone”, scrivendo testualmente: “L’imputato Nelson Ribeiro Fonseca Junior ha confessato di aver rubato il pallone: un bene unico che fa parte del nostro patrimonio nazionale”.

Insomma, il pallone alla stregua di un glorioso monumento storico. Un valore intrinseco mai riconosciuto dalle nostre mamme che, quando rischiavamo di rompere i vetri di casa con una pallonata, ci urlavano contro: “Te lo buco questo pallone!”.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica