
In questa estate torrida, tutto può trasformarsi in un caso politico. Questo è quanto sta succedendo in Spagna sul cosiddetto “caso Jumilla”, la cittadina della provincia di Murcia che ha approvato un’ordinanza che vieta la celebrazione di feste religiose musulmane per strada o negli impianti sportivi pubblici. La risposta del governo socialista di Sanchez è arrivata nella giornata di oggi: un ministro ha richiesto al consiglio della comunità autonoma di Murcia di annullare la mozione votata lo scorso 28 luglio con i voti di Vox e del Partito Popolare. Una decisione controversa che causerà sicuramente discussioni di ordine costituzionale e una chiara escalation dello scontro con l’opposizione di centro-destra.
“Lotteremo contro la deriva estremista”
Come riporta il quotidiano Abc, la richiesta perentoria del governo socialista è arrivata attraverso gli account ufficiali su X dei ministri della politica territoriale e della giustizia, i socialisti Ángel Víctor Torres e Félix Bolaños. “Da parte del governo spagnolo, inviamo una richiesta al consiglio comunale di Jumilla, nella provincia di Murcia, di annullare la mozione che impedisce le celebrazioni pubbliche che la comunità musulmana ha già realizzato negli ultimi anni”. La richiesta sarebbe stata recapitata nella mattinata di lunedì e le ragioni, secondo Torres, sarebbero chiarissime: “Contro l’intolleranza non ci sono mezze misure. Il Partito Popolare e Vox non possono decidere chi ha libertà di culto e chi non ce l’ha. Questo è un diritto garantito dalla costituzione”. Il ministro Bolaños va ancora oltre: il governo centrale difenderà la costituzione, i diritti e la libertà religiosa dalla “deriva estremista dei Popolari e di Vox”, come già fatto per il protocollo antiabortista in Castilla y Leon qualche mese fa.

La settimana scorsa era stato il ministro per l’inclusione e la sicurezza sociale, Elma Saiz, a scagliarsi contro la decisione del consiglio comunale: perfino la Conferenza Episcopale spagnola aveva criticato questa norma, finendo nel mirino del leader di Vox, Santiago Abascal, che ha criticato pesantemente i vescovi in un podcast trasmesso domenica sera. Secondo il ministro Saiz, l’esecutivo starebbe “monitorando molto da vicino” ogni atto xenofobo o delitti commessi con l’aggravante dell’odio razziale. Lo scorso venerdì, invece, era stato l’ombudsman Angel Gabilondo ad annunciare di aver aperto un’inchiesta d’ufficio, richiedendo informazioni più precise sulla decisione del consiglio comunale e sul sindaco di Jumilla, Severa Gonzales, eletta coi voti del Partito Popolare nelle ultime amministrative.
La sinistra: “Libertà di culto a rischio”
Ad aggiungersi al coro di condanna non poteva mancare il membro minoritario della coalizione di sinistra, il partito Izquierda Unita: secondo il coordinatore federale del partito d’estrema sinistra, Antonio Maillo, la decisione del governo sarebbe sacrosanta. “Fa benissimo il governo spagnolo ad impugnare questa delibera del consiglio comunale” avrebbe detto alla stampa prima di vantarsi del fatto che sia stata proprio Izquierda Unita a fare pressione sul Partito Socialista per porre al più presto rimedio ad una decisione che, secondo Maillo, “va contro alla libertà religiosa”.

L’escalation in termini di retorica è più che evidente quando il dirigente della sinistra si dice “preoccupato per questa pericolosa spirale di attacchi ai sentimenti religiosi della popolazione migrante”. A suo dire, il contesto che si vive in Spagna in questo momento è all’insegna “dell’odio contro i migranti e contro i musulmani, che sono sempre più oggetto di attacchi aperti”.
A conferma che molti a Madrid sono quasi certi che la campagna elettorale sia alle porte, visti gli infiniti scandali che stanno indebolendo il governo Sanchez, ecco l’inevitabile attacco alla destra. Questa strategia della tensione sarebbe “voluta fortemente da Vox, che sta trascinando sempre più a destra il Partito Popolare”.