
Una vicenda incredibile, quella che ha visto come protagonista Carolina Wilga, viaggiatrice tedesca di 26 anni che è riuscita a sopravvivere per ben 12 giorni da sola e in condizioni estreme dopo essersi smarrita in un bush australiano: la ragazza è stata fortunatamente individuata da una squadra di soccorritori a pochi chilometri di distanza dalla sua auto abbandonata.
È stato il ritrovamento del furgone di proprietà di Carolina a far scattare l'allarme la scorsa settimana: il mezzo, rinvenuto nel bush a nord della città di Beacon, era chiaramente in panne, con delle tavole da trazione di colore arancione posizionate al di sotto delle ruote posteriori del pesante mezzo. Del conducente, tuttavia, non c'era nessuna traccia, per cui sono scattate immediatamente le ricerche, che si sono concentrate nell'area circostante. Per fortuna la ragazza era riuscita a sopravvivere, mettendo a frutto le poche risorse a sua disposizione, ovvero razionando il cibo e bevendo acqua piovana o dalle pozze.
"Alcuni potrebbero chiedersi perché abbia abbandonato l'auto, nonostante che avessi acqua, cibo e vestiti”, ha dichiarato la ragazza, come riferito sulla pagina Facebook della Western Australia Police Force. “Semplicemente ho perso il controllo dell'auto e sono rotolata giù per un pendio. Nell'incidente, ho battuto la testa in modo serio, per cui, in stato confusionale, ho abbandonato il mezzo e mi sono persa”.
Stremata, affamata e assetata, oltre che provata dalle punture di centinaia di insetti, la 26enne è stata immediatamente soccorsa e trasferita in elicottero nell'ospedale di Perth per ricevere le cure del caso. "Ha trascorso 11 notti esposta agli elementi ed è sopravvissuta consumando le minime scorte di cibo che aveva in suo possesso e bevendo acqua dalla pioggia e dalle pozzanghere", hanno dichiarato alla stampa locale lo scorso venerdì 11 luglio le forze dell'ordine.
Dopo essersi ripresa, Carolina ci ha tenuto a ringraziare i soccorritori e il personale medico che si è amorevolmente occupato di lei. "Voglio ringraziare tutti dal profondo del cuore, soprattutto gli investigatori della polizia, i soccorritori, il Consolato tedesco, il personale medico e le meravigliose infermiere che si sono prese cura di me con tanta compassione”, ha dichiarato la giovane. “Il mio più profondo ringraziamento va anche a ogni singola persona che ha semplicemente pensato a me, e naturalmente alla mia soccorritrice e angelo, Tania!”.
Gordon Dedman, esperto di sopravvivenza, ha spiegato al Guardian che la prima regola per salvarsi nelle zone remote interne del continente australiano in caso di incidente è quella di non lasciare mai il proprio mezzo: questo offre un prezioso riparo dal sole, e gli specchietti possono essere utilizzati per attirare l'attenzione a distanza grazie al riflesso della luce. È un ottima soluzione anche quella di creare un enorme segno che possa risultare visibile dall'alto, magari una grande "X", e di utilizzare segnalatori luminosi, che non dovrebbero mai mancare nello zaino di chi decide di avventurarsi in mezzo alla natura in situazioni del genere.
Una buona norma da seguire per sopravvivere è la cosiddetta "regola del tre", che stabilisce le priorità temporali da rispettare in condizioni estreme: 3 minuti senza aria, 3 ore senza riparo, 3 giorni senza acqua e 3 settimane senza cibo. Senza cibo si può riuscire a resistere per lungo tempo, dal momento che il nostro organismo consuma le scorte di grasso.
Un ottimo alleato è sempre il fuoco, che non solo risulta fondamentale per far bollire l'acqua e renderla potabile o per cuocere i cibi, ma riesce a illuminare durante la notte, allontanando gli animali selvatici, a riscaldare, a creare segnali di fumo visibili a distanza e anche a infondere tranquillità nel disperso.