
Nonostante la messa al bando per legge, domani a Budapest si terrà il Pride della discordia. Nelle ultime ore non sono mancate le tensioni tra Ue e Ungheria, con l’intervento della von der Leyen, ma Viktor Orban non ha intenzione di fare passi indietro. Anzi, il messaggio rivolto a chi parteciperà alla parata è perentorio: ci saranno conseguenze legali.
Intervistato da Kossuth Rádió, il primo ministro ungherese ha affermato che ci saranno "conseguenze legali" per chi organizzerà o parteciperà al Budapest Pride nonostante il divieto varato dalle autorità. "Siamo adulti, raccomando a tutti di rispettare le leggi, io lo faccio, e consiglierei loro di fare lo stesso. Se non lo fanno, devono tenere conto delle chiare conseguenze legali" il monito di Orban: "La polizia potrebbe interrompere tali eventi se volesse, perché ne ha il diritto, ma l'Ungheria è un paese civile". L’evento "viola la legge" e "il compito della polizia non è usare la violenza fisica, ma far sì che le persone rispettino la legge", ha concluso.
A Budapest saranno presenti diverse delegazioni italiane. Da Torino a Milano, diversi gruppi di politici e attivisti sono in partenza per la capitale magiara per sfidare Orban. In prima fila ci sarà il dem Alessandro Zan, che ai microfoni di Repubblica ha definito la presenza al Pride un “dovere morale”. Stroncando senza mezzi termini la linea della von der Leyen, il piddino ha spiegato i motivi della sua partecipazione alla kermesse: "Primo perché la comunità Lgbtqi+ ungherese è criminalizzata e perseguitata dal regime di Orbán. Ma questo Pride assume un significato simbolico che va oltre. Vietare un Pride significa impedire la libertà di manifestare. E se non c’è più la libertà di manifestare, non c’è più democrazia".
La sinistra italiana non mancherà. Pd, M5s, +Europa, Italia Viva e Azione sono pronti a una trasferta di massa per difendere la comunità arcobaleno e magari denigrare il governo Meloni, rea di mantenere buoni rapporti con Orban. Al Budapest Pride sarà presente anche Marco Cappato con il movimento paneuropeo di iniziativa popolare Eumans: “Il tentativo di Orbàn di vietare il pride in nome della protezione dei minori è solo l'ennesimo attacco alle libertà fondamentali garantite dai Trattati Europei, dopo continui assalti al sistema giudiziario e al sistema mediatico. Contro questa deriva autoritaria, l'azione dei governi europei non è sufficiente. È necessario adesso che si mobilitino anche i cittadini in tutta Europa”.
Non ci sarà invece Ilaria Salis.
Contrariamente a quanto annunciato nelle scorse settimane, l’europarlamentare di Fratoianni e Bonelli non andrà a Budapest per motivi legati alla richiesta di revoca dell’immunità avanzata proprio dal governo ungherese. Ragioni di opportunità, ovviamente: troppo pericoloso tornare dove è stata accusata del pestaggio di alcuni neonazisti durante il Giorno dell’Onore e dove ha già scontato più di un anno di carcere.