La sinistra vuole aumentare l'Area C: ecco chi rischia la stangata

Ordine del giorno in Comune per aumentare il ticket di ingresso e allargarlo anche ai veicoli elettrici

La sinistra vuole aumentare l'Area C: ecco chi rischia la stangata
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Aumentare ancora e in modo sostanzioso (all’inglese per intendersi) l’ingresso in Area C. Allargare il ticket anche alle auto elettriche o ibride. Istituire un pedaggio per entrare nella (peraltro inutile) Ztl del Quadrilatero della moda che dovrebbe partire nei prossimi giorni. Sono alcuni dei punti contenuti nell’ordine del giorno firmato dai consiglieri Rosario Pantaleo, Enrico Fedrighini e Carlo Monguzzi, presentato l’altra sera in Comune e che sarà discusso giovedì o al massimo lunedì prossimo in Consiglio. Un documento che chiede al sindaco e alla sua giunta un impegno ancora più stringente sul traffico e la viabilità milanese.

E che ha fatto saltare sulla sedia Samuele Piscina (Lega) che punta il dito («politica classista e vessatoria») e tira la giacca a Sala perché si esprima «in modo netto contro quest’ordine del giorno e prenda le distanze». «Non è tollerabile - tuona Piscina - dover discutere di nuovi aumenti di area C quando l’ultimo del 50 per cento risale a tre mesi fa». Così come «non è possibile chiedere nuove restrizioni quando già da ottobre non potranno più circolare in area C le auto diesel immatricolate fino al 2018 e le benzina euro 3». Ma è anche assurdo bastonare chi ha appena comprato un’auto elettrica «facendo grossi sacrifici economici» ed è «folle» far pagare l’ingresso al Quadrilatero della moda «e fare tariffe differenziate per al rialzo per fascia oraria per colpire lavoratori che devono trasportare le merci». Insomma un inanellamento di vessazioni, balzelli e aumenti che poco hanno a che fare, come al solito, con la qualità dell’aria ma che puntano a rovistare ancora nelle tasche dei milanesi «che - conclude Piscina - hanno già pagato fin troppo per le bizzarre idee della sinistra».

D’altra parte, anzi, dall’altra parte, il principio che sta alla base dell’ordine del giorno è chiaro: «Le mezze misure non portano a niente. Serve un serio piano di mobilità e non dei pezzettini una tantum», chiarisce il verde Monguzzi. E per «pezzettini» intende ad esempio la Ztl del Quadrilatero «definita una “cosa storica“ dall’amministrazione comunale» quando occupa invece «l’1%della città», oppure l’incremento, ad esempio di 2,50 euro del ticket «che non riduce il traffico» visto che a novembre il report Amat contava oltre 130mila veicoli al giorno «di cui - si legge nel documento - 80mila tra le 7,30 e le 19,30 e il 39% ibridi e elettrici».

Per lui è un aut aut necessario: «o si alza la tariffa o è un fallimento». Ad alcune condizioni. La prima: i soldi devono servire per potenziare le linee del servizio pubblico «per non alzare mai più il prezzo del biglietto».

La seconda: prevedere deroghe per quei «ceti deboli che non si possano permettere una nuova auto».

Ma la politica di Milano ormai è quella di «rendere sempre più esclusivo il centro storico - conclude Piscina - Chi ha i soldi bene e chi non ce li ha si cerca di espellerlo...».

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