Cronaca locale

Asterisco per non indicare genere dei bimbi: scoppia il caos a Grosseto

L’associazione Clan – Collettivo libero anti-noia denuncia il mancato rinnovo della convenzione con la Fondazione Cultura, nel mirino la giunta di centrodestra. Cosa è successo nella città toscana

Asterisco per non indicare genere dei bimbi: scoppia il caos a Grosseto

L’asterisco è uno degli strumenti preferiti dai paladini del politicamente corretto. Molti integralisti dei diritti civili optano sempre più per il segno grafico per non indicare il genere di una persona. Basta uomo e donna, per le vocale finale si va di asterisco. Ma è proprio il carattere tipografico a scatenare il caos a Grosseto. Protagonista della vicenda l’associazione giovanile “Clan”, acronimo di “Collettivo libero anti-noia”. Secondo quanto sostenuto dai suoi rappresentanti, l’utilizzo della parola “bambin*” in una newsletter avrebbe spinto la Fondazione Cultura - per la maggioranza dei componenti espressione del Comune di Grosseto, a guida centrodestra - a non rinnovare la convenzione.

Il caso asterisco a Grosseto

La Fondazione ha chiesto spiegazioni al “Clan” a proposito di quell’asterisco. La versione dell’associazione giovanile è netta: è stato utilizzato solo in una bozza per indicare maschi e femmine, senza altri intenti. Poi è arrivata la conferma del mancato rinnovo della convenzione per la gestione della struttura, in scadenza il 31 dicembre. Posti di lavoro persi, ma secondo il “Clan” la motivazione è meramente politica.

Non è tardata ad arrivare la presa di posizione da parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione Cultura. “Nessun licenziamento è imputabile alla vicenda dell’asterisco”, la secca smentita:“Smentiamo con decisione che il mancato rinnovo della convenzione sia dovuto all'asterisco inserito in una parola”. L’ente ha ribadito inoltre che la scelta di non rinnovare le convenzioni giunte a scadenza è stata dettata da "un cambio di gestione per motivazioni esclusivamente legate al miglioramento dei servizi museali - riporta l'Ansa - Spiace molto che qualcuno abbia voluto strumentalizzare in chiave politica una scelta esclusivamente tecnica e organizzativa”.

Come facile prevedere, la vicenda ha spinto l’opposizione della giunta di Antonfrancesco Vivarelli Colonna a farsi sentire. Il Partito Democratico locale ha chiesto le dimissioni in blocco da parte dei componenti del consiglio d’amministrazione.

"Se l'utilizzo di un asterisco per definire la differenziazione di genere fosse la causa di licenziamenti si tratterebbe di un fatto gravissimo: verrebbero denigrate la dignità e la professionalità di una associazione che da anni garantisce la promozione di numerose attività culturali nel nostro territorio”, si legge in una nota firmata dal deputato Marco Simiani, dall'assessore regionale Leonardo Marras e dal capogruppo comunale Davide Bartolini: “Per chiarire la vicenda promuoveremo la presentazione di interrogazioni in tutti i livelli istituzionali: comunale, regionale e parlamentare".

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