Bimbi fatti nascere e venduti, l'oscura vicenda di Baida nel servizio de Le Iene

Un mistero, quello della struttura della casa di Baida a Palerma, che va avanti da oltre sessant'anni

Bimbi fatti nascere e venduti, l'oscura vicenda di Baida nel servizio de Le Iene

Bambini fatti nascere per poi essere rivenduti dietro il pagamento di una somma di denaro: il servizio de Le Iene tenta di far luce sulla oscura vicenda della casa di Baida (Palermo), che da oltre sessant'anni è avvolta nel mistero.

Nell'edificio venivano ospitate per partorire tante ragazzine, rimaste incinte in seguito a rapporti inconfessabili: le giovanissime trovavano riparo e venivano nascoste all'interno di questa casa, gestita dalla signora Polloni, soprannominata "mamma" per il suo ruolo. A seguito del parto, a volte solo poche ore dopo, le bambine nate all'interno della struttura finivano in una famiglia adottiva. Tutti i bimbi nati in quella casa servivano per delle adozioni.

"È losco. Questi vendevano i bambini"

Tuttavia, ciò che avveniva esattamente tra le mura della casa di Baida non è, apparentemente, mai stato documentato in modo ufficiale. Alcune delle bambine nate nella struttura, intervistate da Le Iene, hanno tentato invano di risalire alle proprie origini per scoprire chi fossero i loro veri genitori. Tutte riferiscono di un'infanzia serena con le proprie famiglie adottive, genitori definiti "ineccepibili e benestanti" dall'inviata del programma di Italia 1. "Erano tutte famiglie già segnalate al presidente del tribunale dei Minori, sulla base di amicizie, quindi sapevano già chi chiamare": così una donna intervistata spiega come queste coppie arrivavano ad adottare proprio i bambini nati a Baida. "Sapeva scegliere la Polloni", dice una di quelle tante bimbe nate nella struttura, "dietro un compenso era facile scegliere". "Mio padre mi ha detto che ha dato un'offerta al momento della mia nascita", ricorda un'altra donna, "ai tempi 300mila lire".

La ricerca dei documenti giusti potrebbe arrivare nell'immenso archivio di Stato civile, ma qui qualcuno rivela qualche dettaglio in più di Baida. "È losco", rivela un uomo con la voce alterata per mantenere l'anonimato "praticamente questi vendevano i bambini, glieli toglievano". "Io non lo so di preciso, però so che loro hanno distrutto pure il loro archivio".

Il mistero dell'identità delle madri

Ma chi erano le giovani ospitate nella struttura? Si trattava per lo più di ragazze appartenenti a famiglie perbene, spesso minorenni, e che avevano avuto dei problemi, o avevano subito delle violenze. L'obiettivo era evitare che la notizia si potesse diffondere, ecco perché venivano nascoste nella casa fino al parto.

Consigliati anche da "mamma Polloni", come rivelato da una delle donne, i genitori adottivi evitavano di rivelare la verità sull'adozione spesso anche in età adulta "perché poteva essere pericoloso". Venute a conoscenza dei fatti, comunque, in tante hanno deciso di mettersi alla ricerca delle proprie radici: ma è a questo punto che sono sortii problemi maggiori, dato che, a causa della mancanza di documentazione ufficiale, l'impresa divente quasi impossibile.

Milena racconta della casualità che l'ha portata a conoscere la madre biologica, la quale, come lei, la cercava in rete tramite un annuncio. Le due riescono a incontrarsi. Dopo un abbraccio emozionante, arriva la rivelazione: "Io ti ho cercata da sempre, dall'indomani", racconta la mamma alla donna. Rimasta incinta di un uomo sposato più grande di lei, era stata costretta dai genitori a recarsi a Baida.

"Quando mi ha vista dopo la nascita lei non si voleva staccare più, e la signora Polloni l'ha chiusa a chiave nella sua stanza mentre arrivavano i miei genitori adottivi. Lei dice che è stato terribile, che è stata malissimo".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica