Cronaca locale

Dimesso tre volte dall'ospedale muore per emorragia: 6 medici indagati

Si attendono gli esiti degli esami autoptici, che potranno chiarire eventuali responsabilità del personale medico

Dimesso tre volte dall'ospedale muore per emorragia: 6 medici indagati

Rimandato a casa per ben tre volte dopo aver chiesto assistenza medica a causa di forti dolori al cranio, è deceduto per via di un'emorragia cerebrale: a seguito dell'esposto presentato alla procura della Repubblica dai familiari della vittima, sono sei i medici a risultare indagati per la terribile vicenda. Vittima del presunto caso di malasanità è il camionista 40enne Andrea Naliato, residente ad Arre in provincia di Padova, che lascia la compagna e due figlie piccole.

Prima dell'ultimo fatale malore, l'uomo si era presentato per ben tre volte tra il pronto soccorso dell'ospedale di Schiavonia e la locale guardia medica, lamentando forti dolori alla testa: dolori definiti insopportabili che si univano a un pesante senso di oppressione al cranio.

I fatti

Il primo episodio lo scorso 21 ottobre. Naliato contattò sia il padre che la compagna poco prima di partire per Roma, segnalando a entrambi una fortissima emicrania. Supponendo che potesse trattarsi di primi sintomi influenzali o delle conseguenze di un colpo di freddo, il 40enne si era limitato a prendere una semplice tachipirina, che non aveva tuttavia sortito alcun effetto. Ecco perché, una volta tornato ad Arre, in data 26 ottobre, aveva deciso di presentarsi alla guardia medica. Dopo avergli prescritto una terapia farmacologica per la pressione alta, il personale medico in servizio lo aveva rimandato a casa. Tutto inutile.

Dopo soli due giorni, Naliato, che aveva chiesto consiglio anche al proprio medico di base, si era presentato una prima volta al pronto soccorso di Schiavonia. La rilevazione di una pressione arteriosa a 170/120 aveva rivelato in modo inequivocabile che ci fossero dei concreti problemi. Entrambe le tac effettuate dal 40enne, tuttavia, non avevano rivelato nulla. Dimesso dall'ospedale, all'uomo era stata assegnata una terapia farmacologica più intensa, con l'invito a comunicare via WhatsApp col medico nel caso in cui la situazione non fosse migliorata.

L'incremento dei dolori alla testa aveva costretto Naliato a tornare ancora una volta al pronto soccorso di Schiavonia. Nonostante la forte terapia farmacologica, la pressione era ancora altissima. Dopo una visita cardiologica completa eranio arrivate le dimissioni poco prima di mezzogiorno. Due giorni di sofferenze indicibili a casa e il 40enne subisce l'ultimo, fatale malore. "Oddio la testa", dice alla compagna Silvia poco prima di perdere i sensi, come riferito da Il Corriere del Veneto. Il 3 novembre viene dichiarata la morte cerebrale dell'uomo, il giorno dopo il decesso.

Gli esami hanno rivelato che a causare la morte del 40enne è stata un'emorragia prodotta da un aneurisma cerebrale. La compagna e i genitori della vittima vogliono vederci chiaro e chiedono giustizia per il proprio caro, presentando un esposto in procura, a seguito del quale sono scattate le indagini per stabilire eventuali responsabilità da parte di chi ha effettuato i controlli specifici sulle sue condizioni di salute. Sono sei i medici a risultare indagati per il reato di omicidio colposo e di responsabilità colposa per morte avvenuta in ambito sanitario. "Le indagini sono solo a uno stadio embrionale, gli esami e il referto dell’autopsia potranno sicuramente farci vedere più chiara la vicenda.

Siamo fiduciosi, giustizia sarà fatta", commenta su Il Corriere del Veneto l'avvocato dei congiunti del defunto Nathalie Tomaselli.

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