
Proseguono le indagini sulla morte di Paolo Mendico, il ragazzo di 14 anni che si è tolto la vita nella sua stanza dopo aver subito per lungo tempo le angherie dei suoi compagni di classe. Stando alle ultime informazioni trapelate, i genitori del giovane hanno rivelato i nomi dei bulli ai carabinieri che si stanno occupando dell'attività investigativa.
Sono giorni terribili per i familiari di Paolo, che chiedono a gran voce giustizia per il ragazzo. Il fratello ha addirittura scritto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e a Papa Leone XIV. Sulla triste vicenda sta indagando la procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio. A detta della famiglia, infatti, il minorenne si sarebbe ucciso perché costantemente vessato da alcuni compagni di classe. Ma non solo. Gli inquirenti stanno cercando anche di stabilire quale sia stato anche il ruolo di certi insegnanti. Per i genitori di Paolo, infatti, il personale docente avrebbe largamente sottovalutato il problema, non prendendo le giuste misure nonostante le richieste di aiuto. Tutto da accertare, ovviamente. Insegnanti e vicepreside, infatti, negano che gli episodi fossero tanto gravi da generare allarme. Dello stesso avviso anche la psicologa dell'istituto.
Oggi tutto tace, la famiglia si è chiusa nel dolore e nel silenzio. In onore di Paolo è stata organizzata una fiaccolata a Santi Cosma e Damiano (Latina). In questo clima molto teso, si sono fatti avanti alcuni testimoni. Un uomo sostiene di aver udite una conversazione agghiacciante passando vicino a un gruppo di adolescenti. "Ormai è morto, e ci cachi gliu cazz…", avrebbe dichiarato uno giovani, probabilmente riferendosi proprio a Paolo. "Quando li ho fissati sono tornati seri, angioletti composti", ha raccontato l'uomo a Il Corriere.
Per molti, questo caso rappresenta il fallimento della scuola. I genitori di Paolo dichiarano di aver chiesto aiuto ai docenti, senza ottenerne. A dimostrazione di ciò ci sono le chat con gli stessi insegnanti.
Oltre a ciò, il papà e la mamma del 14enne hanno fatto il nome dei bulli ai carabinieri. I cellulari e altri dispositivi elettronici dei ragazzi sono stati pertanto sequestrati per verificare il contenuto. Anche i dispositivi elettronici della giovane vittima sono stati sequestrati.