Cronaca locale

Emilia nel post-alluvione, ma a Bologna la sinistra lotta per i bagni no gender

Il consiglio comunale di Bologna approva le norme inclusive su bagni no-gender e carriere alias. Il centrodestra si indigna e vota contro: "Metà regione alluvionata, sono scollati dalla realtà e dalle necessità urgenti dei cittadini"

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Un intero territorio è stato messo in ginocchio, piegato dalle conseguenze disastrose dell'alluvione. Come minimo, uno si aspetta che la politica locale sia impegnata con tutte le sue forze a garantire soluzioni e aiuti ai cittadini danneggiati. Come già fatto anche dal governo. Da Bologna però arrivano notizie che lasciano di stucco: nelle scorse ore nel consiglio comunale felsineo si è premurato di approvare - con il sostegno del centrosinistra - un pacchetto di misure all'insegna dell'inclusione. Via libera ai bagni no-gender e carriere alias anche per i dipendenti di Palazzo d'Accursio. A occhio, non esattamente le priorità chieste con urgenza dai bolognesi, che ancora hanno negli occhi il dramma provocato dal maltempo in quelle zone.

"Mentre metà della nostra Regione, e Bologna stessa, sono alle prese con una catastrofe immane che ha lasciato senza casa migliaia di persone e ridotto ai minimi termini tante aziende, nel consiglio comunale di Bologna non hanno trovato di meglio che discutere della necessità dei bagni no gender a palazzo d'Accursio", ha infatti lamentato il senatore di Fratelli d'Italia, Marco Lisei, dando voce alla contrarietà al provvedimento già espressa dal centrodestra locale. "La scelta di votare ed approvare in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo in Regione, con tanti nostri concittadini alle prese con fango, danni economici e disperazione, un ordine del giorno su questo tema è una mancanza di rispetto nei loro confronti. E lo è ancor di più se si considera che la stessa provincia di Bologna e tanti suoi Comuni sono alle prese con gli effetti dell'alluvione, fra le frane ed il dissesto", ha proseguito l'esponente del partito meloniano.

Eppure sembra che il centrosinistra bolognese non si fosse nemmeno posto il problema. Anzi, la maggioranza aveva pure accolto le rimostranze con fastidio. "Non capisco quale possa essere il problema. È un allargamento di diritti in favore di chi ha problemi anche seri nell'accesso a queste strutture", aveva affermato da Coalizione civica, replicando ai pareri dissenzienti delle opposizioni. Ma oltre ai contenuti del provvedimento, il centrodestra aveva contestato l'opportunità di quelle istanze in un momento gravato da altre urgenze di più ampia scala, vista la quantità di persone danneggiate dall'alluvione. "Questa è l'ennesima dimostrazione di come lo scollamento della sinistra dalla realtà e dalle necessità urgenti dei cittadini sia ormai perfettamente compiuto. Nemmeno in un momento storico come questo hanno la sensibilità di capire che esistono priorità, tempi e modi nell'affrontare i problemi o presunti tali", ha dichiarato ancora il senatore Fdi Lisei.

La Lega aveva anche denunciato "possibili contrasti con la normativa civile e anche con il codice penale", esprimendo preoccupazione per le aperture del vicesindaco Emily Clancy sulle carriere alias nelle scuole.

Altro provvedimento contestato dal centrodestra ritenuto dannoso per il carattere propagandistico spesso mostrato in altre circostanze in cui era stato applicato.

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