Minori violenti e fuori controllo, la proposta di una giudice: "Coprifuoco per gli under 14"

La situazione, a Napoli, si sta facendo sempre più ingestibile. Da qui la proposta di una giudice: divieto di uscire da soli fino alle 6 del mattino

Minori violenti e fuori controllo, la proposta di una giudice: "Coprifuoco per gli under 14"
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A Napoli, così come in tante altre zone d'Italia, si moltiplicano i casi di violenze commesse dai giovani, addirittura minori di quattordici anni. Sale la preoccupazione fra i residenti, che invocano a gran voce dei provvedimenti efficaci. In questo clima, ecco arrivare la proposta della presidente del tribunale dei minori di Napoli: imporre il coprifuoco per gli under 14.

Una scelta drastica, ma a quanto pare una legge sarebbe già presente. Con questa soluzione, gli episodi violenti dovrebbero drasticamente ridursi, dato che la maggior parte dei fatti denunciati avviene di notte.

Intervistata da Il Mattino, la presidente del tribunale dei minori di Napoli Paola Brunese ha spiegato meglio ciò che ha in mente, riferendosi a due ordinanze che sono state firmate dai sindaci di Casal di Principe e Praia a Mare. In entrambi i casi, è stato vietato agli under 14 di aggirarsi da soli per strada fino dalla mezzanotte fino alle sei del mattino. "Il provvedimento serviva a proteggere i ragazzini da una serie di rischi che, la notte più che mai, avrebbero potuto correre. Nello stesso tempo sollecitava anche la responsabilità genitoriale", ha dichiarato la Brunese. Del resto, in ore così tardi, ragazzi tanto giovani dovrebbero essere nelle loro case, possibilmente a letto.

"Una legge che vieta ai minori di quattordici anni di circolare da soli esiste già. È chiaro che quelle ordinanze, soprattutto nel periodo estivo, hanno senza dubbio contribuito a ridurre i pericoli", ha aggiunto la giudice. "Bisogna sorvegliare i ragazzi, è un compito che spetta prima di tutto alle famiglie. So bene che non è facile, ma la notte, anche senza ordinanze sindacali, non devono farli uscire da soli e francamente non credo che si possa ipotizzare una limitazione della libertà". Insomma, le famiglie dovrebbero riscoprire il loro ruolo, e occuparsi dei ragazzi, prendendo anche provvedimenti. Si tratta di una questione di sicurezza: non solo nei confronti della cittadinanza, ma degli stessi minori.

Chiaramente i genitori non vanno lasciati da soli, anche le istituzioni devono fare la loro parte. "Penso al bonus psicologo, e aggiungo che ho molto apprezzato la decisione di offrire un contributo economico a chi deve sostenere spese di psicoterapia. Dobbiamo stare accanto alle famiglie, è molto importante, non possono fare a meno di un punto di ascolto. Poi ovviamente c'è la scuola", ha dichiarato Brunese.

Famiglia e scuola sono la prima agenzia educativa dei ragazzi, a cui deve essere insegnato che la violenza non è mai la risposta giusta. Fra le mura domestiche, e poi sui banchi di scuola, i giovani devono apprendere il rispetto, la soluzione pacifica dei conflitti, l'importanza della libertà altrui e della legalità.

I genitori non possono sottrarsi a questo importante compito. Anche perché, come ricordato dalla giudice, l'articolo 2048 del Codice civile stabilisce i genitori, o un tutore, sono tenuti a pagare in caso di un danno provocato dal minore.

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