Cronaca locale

"In ospedale? No, prendi i fermenti lattici". E Daniele muore in poche ore

L'ambulanza l’ha lasciato a casa, poi la corsa in pronto soccorso e la morte: "Non l'hanno visitato per ore"

"In ospedale? No, prendi i fermenti lattici". E Daniele muore in poche ore

La famiglia di Daniele Furnaro, parrucchiere morto a Roma per sindrome di Waterhouse-Friderichsen, adesso vuole giustizia: gli operatori dell’ambulanza l’hanno lasciato a casa senza portarlo in ospedale, dandogli solo dei fermenti lattici. Francesca Lagella, la mamma del 47enne, che ha visto il figlio morire davanti ai suoi occhi, ha raccontato a Repubblica che l’equipe dell’ambulanza, dopo aver visitato il giovane, gli ha detto di prendere dell’enterogermina perché si trattava di un virus intestinale. Daniele non è stato trasportato in ospedale, neanche per un controllo, e dopo otto ore è morto.

Il fatto è avvenuto il 27 gennaio del 2020 e oggi indaga la procura di Roma in seguito alla denuncia presentata dall’avvocato Alessio Paolucci. Quel tragico giorno Furnaro è arrivato in ospedale, al policlinico Casalino, ma anche in quel caso non è stato subito preso in cura: "viene dimenticato, lasciato per tre ore sulla lettiga dell'ambulanza dentro al pronto soccorso. Lo visitano quando ormai è in fin di vita, dopo che mio marito esasperato aveva chiesto agli impiegati del pronto soccorso come stava Daniele".

La febbre e l'intervento del 118

Il giorno precedente, secondo quanto affermato dalla madre, Fornaro stava benissimo. La mattina seguente invece, quella del 27 gennaio, alle 7 la nuora ha telefonato ai genitori del 47enne avvisandoli che Daniele aveva 40 di febbre. Il padre è quindi andato dal figlio e gli ha fatto prendere una tachipirina.

Visto che la situazione non stava migliorando, anzi stava peggiorando, è stato chiamato il medico di base che non poteva però raggiungerli. A quel punto, vedendo l’uomo rannicchiato a letto che faceva fatica a respirare, è stata chiamata l’ambulanza che è arrivata verso le 11,30. Dopo averlo visitato, il personale sanitario ha prescritto l’enterogermina, semplici fermenti lattici, dopo aver diagnosticato un virus intestinale, ed è andato via. La situazione è però peggiorata ulteriormente, tanto da portare la famiglia a contattare nuovamente il medico di base che, una volta arrivato a casa, ha richiesto un ricovero immediato per broncopolmonite.

Cosa è successo in ospedale

Tornata l’ambulanza, la mamma del 47enne è rimasta ancora basita perché “volevano che Daniele andasse a piedi verso l'ambulanza, non volevano portare la barella al piano, ma lui non si reggeva". Verso le 15 il paziente è arrivato finalmente in ospedale, ma non è stato preso immediatamente in cura: “Ogni mezz'ora mio marito andava al bancone del pronto soccorso, gli dicevano di aspettare perché c'erano altre persone prima di Daniele dal momento che era entrato in codice verde. Poi alle 18.30 mio marito ritorna più deciso. L'impiegato guarda il pc e corre all'interno del pronto soccorso", ha raccontato la donna. Da un paio d’ore erano infatti arrivati gli esiti degli esami del sangue a cui era stato sottoposto il figlio, che segnalavano gravi anomalie, ma che nessuno fino a quel momento aveva guardato. Per Daniele però è ormai troppo tardi. "Pochi minuti dopo mi chiama un medico e mi dice che mio figlio sta per morire. Gli ho detto: "Ma com'è possibile? Da tre ore lo hanno portato e lo visitate solo adesso?", ha ricordato la donna. Quando è entrata nella stanza il figlio era nero in viso, aveva l’ossigeno, e poco dopo è morto. “La mia famiglia vuole giustizia, Daniele ha lasciato tre figli e una compagna", ha spiegato la mamma del 47enne.

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