Cronaca locale

Incinta a 13 anni. La madre a processo: "Le permise di dormire col fidanzato"

L’episodio, accaduto nel Mantovano, vede indagate per violenza sessuale due persone: il compagno e la mamma della minorenne, accusata di aver permesso che i due dormissero insieme

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Hanno giurato davanti ai giudici che il loro amore è sano e profondo, ma ciò non è servito a evitare il processo per un ragazzo di 21 anni e per la madre 50enne della compagna. Il giovane è accusato di violenza sessuale nei confronti della fidanzata di 15 anni. Due anni fa, nel 2021, quando lui aveva 19 anni, l’allora 13enne rimase incinta e scattò la denuncia da parte della scuola. In un primo momento a essere accusato fu solo il ragazzo, poi, anche la madre della minorenne è rimasta invischiata nelle maglie della giustizia, perché avrebbe consentito alla giovanissima coppia di dormire nello stesso letto.

La vicenda

L’episodio è accaduto nel Mantovano e ha suscitato scalpore tra i cittadini del luogo. In particolare, è l’atteggiamento della 15enne a rendere la vicenda surreale. La ragazza, oggi mamma di una bimba, è scoppiata in lacrime quando è entrata nel tribunale di Mantova, dove sono sotto processo sia il fidanzato sia sua madre. La minorenne ha ripetuto più volte che non c’è stata alcuna violenza sessuale e che quella bambina è il frutto della loro bella relazione. Per lei è paradossale vedere alla sbarra le persone che ama di più, anche perché si sente una madre felice e una compagna innamorata.

Il processo

La 15enne convive attualmente con il fidanzato, mentre la madre, che ha un’impresa di pulizia, abita in un altro paese. L’altro giorno erano tutti e tre presenti in tribunale per l’udienza preliminare a carico dei due maggiorenni, con l’accusa di violenza sessuale ai danni di minore infraquattordicenne. Secondo il pubblico ministero, come riporta il Corriere del Veneto, i rapporti sessuali tra l’allora 13enne e il ragazzo 19enne sarebbero avvenuti nell’appartamento della sorella di lei. Con loro viveva anche la loro madre, indagata a sua volta, poiché avrebbe “istigato la minore infraquattordicenne ad accondiscendere alle richieste del fidanzato co-imputato di congiungersi carnalmente con lei”.

Il rito abbreviato

Per la legge italiana, trattandosi di una minorenne di età inferiore ai 14 anni, i rapporti intimi tra i due ragazzi vanno annoverati come reato di violenza sessuale. L’allora 13enne quando rimase incinta frequentava la scuola media e furono proprio i professori a denunciare il caso ai servizi sociali. La minorenne fu ascoltata dai carabinieri e, nonostante spiegò che i rapporti erano consensuali e frutto dell’amore che era nato tra di loro, fu avviato un procedimento d’ufficio nei confronti del 19enne.

Nei confronti della madre della 15enne, probabilmente, ci sarà il rinvio a giudizio, mentre il fidanzato 21enne ha scelto il rito abbreviato, anche perché, hanno fatto sapere, condanna o meno, nessuno riuscirà a separare una coppia unita dall’amore e dal rispetto reciproco.

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