Sfratto da Ostia? Macché. Roberto Spada rassicura i followers: "Tutto ok, siamo ancora a casa"

Il boss ha comunicato su Facebook la propria versione dei fatti in merito all'appartamento di via Guido Vincon

Sfratto da Ostia? Macché. Roberto Spada rassicura i followers: "Tutto ok, siamo ancora a casa"

"Siamo ancora a casa": all'indomani della notizia relativa alla notifica di sfratto dall'appartamento in cui vive con la moglie in via Guido Vincon 27 a Ostia, Roberto Spada rassicura i suoi followers sui social network.

"È tutto ok"

Il boss ha scelto di utilizzare il proprio profilo Facebook per dare qualche spiegazione sulla vicenda ai numerosi utenti che lo seguono, ostentando una certa tranquillità e accompagnando il post con uno scatto in cui appare sorridente al fianco della consorte Elisabetta Ascani.

"È tutto ok, siamo ancora a casa e, insieme andremo avanti. Qualche guaio? Certo! Ma so che, chi vive nella periferia, sa di cosa parlo. Un bel teatrino come sempre dai", scrive Roberto Spada sul celebre social. Il riferimento è alla casa popolare di via Guido Vincon 27 che, come emerso dalle indagini dei carabinieri di Ostia incaricati poi dalla procura di notificare al boss lo sfratto, lui e la moglie occupano abusivamente dal 2006. I militari hanno scoperto che in quell'anno Spada prese possesso dell'appartamento dopo aver concluso una permuta con la precedente occupante, anch'ella abusiva. A quest'ultima, invece, era andato in cambio un'altra abitazione già indebitamente occupata dallo stesso boss.

L'investigazione era partita dall'analisi di un debito di 43mila euro contratto da Spada nei confronti del comune di Ostia per il mancato versamento delle indennità di occupazione e di uno di circa 11mila euro nei riguardi del gestore della rete elettrica, a causa di un allaccio abusivo.

Nessun debito

Anche su questo punto il boss di Ostia si mostra tranquillo coi propri followers. "Chi vive nella periferia, sa di cosa parlo: contratto di locazione inesistente!", spiega Spada. "Ovviamente avevo un contratto Acea e pagavo regolarmente le bollette (non le pubblico ma le consegnerò agli avvocati). Inviavo soldi con bollettini emessi da me, per affitto (documentabili)", precisa ancora. "Oltre al danno la beffa, anzi ulteriore danno: è stato scritto il nome di mio figlio, minore, per un fatto accaduto, violazione deontologica...Lui sta affrontando, grazie a Dio, una messa alla prova in un ambiente sicuro. Rassicuro chi ci vuole bene, so che siete in tanti", conclude.

Solidarietà sui social

E in effetti numerosi sono i messaggi di solidarietà ricevuti dal boss sotto il suo post.

"Forza Roberto tutto passa, i leoni come noi non si arrendono mai", commenta un utente, come riportato da Il Messaggero. "Non mollà, sei forte", incoraggia un altro follower, mentre qualcuno lo rassicura: "Ormai ti hanno preso de punta, stai tranquillo".

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