Cronaca locale

Ramadan, centinaia di fedeli nella moschea (abusiva) di Milano. "Subito l'esproprio"

Un locale caldaie adibito a moschea abusiva a Milano e frequentato da centinaia di musulmani per la fine del Ramadan: "Sala non ha più scuse: la moschea di via Cavalcanti va chiusa"

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A Milano continuano le pene per gli abitanti di via Cavalcanti, periferia nord-orientale della città a pochi passi dalla Stazione Centrale. Qui sorge una delle moschee abusive più note e attive della città, da tempo segnalata ma ancora in attività, che crea non pochi disagi ai residenti. Ci sono già stati processi e sentenze ma la situazione non è mai cambiata e la moschea continua a operare e a radunare centinaia di persone per volta in locali non idonei al culto.

"Nel luogo di culto abusivo si sono riunite centinaia di persone per festeggiare la fine del Ramadan, in barba a qualsiasi regola e sicurezza e nonostante il Comune avesse annunciato proprio 2 mesi fa l'esproprio dello stabile", hanno dichiarato in una nota Silvia Sardone e Samuele Piscina, esponenti leghisti al Comune di Milano. Ieri, 9 aprile, si è infatti concluso il Ramadan e dal tramonto fino a stasera sono i corso i festeggiamenti per uno dei momenti più importanti della religione islamica. E a vedere il viavai di gente che si è alternata nella moschea, proseguono, "non sono quindi state sufficienti le condanne (anche penali) subite dall’imam Abu Hanif P., primo rappresentante della Bangladesh cultural and welfare association, nel settembre 2019 per l’uso improprio dello scantinato, un magazzino accatastato C2, sito 8 metri sotto il livello del suolo al piano -2 della palazzina, senza condotti d’areazione e vie di fuga, nonché sito di fianco al locale caldaia".

Basterebbe questo per capire i pericoli che si corrono nell'ammucchiare centinaia di persone in un locale caldaia, ossia un un locale in cui la presenza umana non è prevista se non per motivi tecnici. Ma è qui che, invece, si tiene anche una scuola coranica per bambini. "Proprio in questo luogo fece visita il sindaco Sala nella campagna elettorale del 2016, promettendo l’immediato sgombero non appena eletto. Nonostante il Comune sia ampiamente informato sulla problematica e avesse finalmente annunciato l'esproprio per utilizzo non conforme alle regole urbanistiche, anche se solo in seguito alle sentenze del Tribunale di Milano che hanno obbligato la giunta milanese a intervenire, a distanza di 8 anni la situazione è rimasta vergognosamente invariata", proseguono Sardone e Piscina.

La giunta Sala si volta dall'altra parte sulle questioni che riguardano la comunità islamica di Milano, ancora considerata un ampio bacino di voti da cui attingere. Ma si è arrivati a un punto in cui tutto questo lassismo non può più essere tollerato dai residenti di zona.

"Il sindaco Sala non ha più scuse: la moschea di via Cavalcanti va chiusa, si tratta solo di buonsenso e rispetto della legalità, ciò che viene solitamente richiesto agli onesti cittadini", concludono gli esponenti leghisti, facendosi portavoce dei milanesi.

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