La provincia autonoma di Bolzano dichiara guerra agli annunci di genere, promuovendo termini "unisex" nel momento in cui si devono redigere delle inserzioni di lavoro: a farsi promotore dell'iniziativa è Brigitte Hofer, consigliere alla parità. È in sostanza la prima volta nel nostro Paese che un Ente pubblico decide di dettare una linea del genere ad aziende e datori di lavoro.
La strategia della provincia autonoma di Bolzano è quella di promuovere parole non identificabili dal punto di vista sessuale e di rimuovere dalle inserzioni termini che possono risultare "sessisti". Al posto di "donna delle pulizie" si troverà "personale delle pulizie", "fioraio" sarà soppiantato da "fiorista", "cuoco o cuoca" da "chef", "maestro/maestra" da "insegnante", "capo contabile" da "responsabile ufficio contabilità" e "infermiera" da "infermiere/infermiera".
Le "Linee Guida per Annunci di Lavoro Inclusivi" sono state promosse da Brigitte Hofer, che al Corriere della Sera ha espresso tutta la propria soddisfazione per la strada intrapresa dall'Ente pubblico. "In fondo si tratta di applicare la legge, che lo dice chiaramente: negli annunci di lavoro, nel processo di reclutamento e nella retribuzione è vietata qualsiasi forma di discriminazione", dichiara il consigliere, "tranne ovviamente casi specifici: per esempio quando si cercano comparse per un film, con determinate caratteristiche". "Eppure, nonostante la legge, abbiamo sotto gli occhi una casistica infinita e varia di annunci discriminatori", attacca,"ma, a parte il caso estremo e sessista del 'cercasi segretaria bella presenza', molti di questi annunci sono talmente normalizzati ai nostri occhi che non ci facciamo caso e li consideriamo legittimi proprio perché non siamo abituati a vedere niente di diverso".
Per esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti dei consueti annunci di lavoro, Hofer porta all'attenzione un esempio in grado di suscitare tutte le sue perplessità. "Proprio oggi mi hanno segnalato un annuncio 'Cercasi operaio', e si pensa, che c’è di sbagliato? Che le donne non sono rappresentate in questo annuncio", si lamenta. "Però poi si legge 'cercasi donna delle pulizie', in un caso ce’era scritto addirittura 'Cercasi donna delle pulizie che pulisce bene'", aggiunge."Purtroppo gli annunci sessualizzati sono sempre a femminile per alcuni lavori, per lo più quelli meno retribuiti e di basso profilo, commessa, infermiera, segretaria" precisa, "mentre sono quasi sempre al maschile sovraesteso quelli più qualificati, quindi con retribuzioni più alte: architetto, direttore".
Se qualcuno pensasse che una donna potrebbe andar oltre la declinazione sessuale dell'impiego presentato nell'annuncio e avanzare comunque la propria candidatura, ecco la doccia fredda:"Ci sono studi che dimostrano che le donne, di fronte a un annuncio declinato al maschile, tendono a non presentarsi proprio", dichiara Hofer, che mira a promuovere e stimolare "un cambiamento culturale, un’abitudine".
Secondo l'addetta alla parità, il modello altoatesino sarebbe da esportare anche nel resto del Paese: "Assolutamente sì, anzi mi auguro che altri enti locali possano seguire il nostro esempio, le varie Camere di Commercio sul territorio, e perché no, il consigliere di Parità nazionale o il ministero del Lavoro".