Cronaca locale

Cittadini morti nei lager nazisti, il Comune chiede i danni alla Germania

I nazisti deportarono nei lager 45 dei 7mila abitanti che fra il 1944 e il 1945 contava Montelupo Fiorentino. E a quasi ottant'anni dai fatti, il Comune toscano è intenzionato a fare causa alla Germania, con l'obiettivo di ottenere un risarcimento a favore dei familiari delle vittime

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L'amministrazione comunale di Montelupo Fiorentino si costituirà parte civile contro la Repubblica Federale di Germania, con l'obiettivo di ottenere un risarcimento economico a favore dei familiari delle vittime decedute nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. A renderlo noto è la stessa giunta che amministra la cittadina toscana dell'hinterland fiorentino, che in una nota pubblicata nelle scorse ore ha annunciato la firma della delibera con la quale verrà affidato l'incarico legale di portare avanti la causa. Un'azione che arriva a quasi ottant'anni dai fatti, per una peculiarità che la differenzia da altre iniziative analoghe registrate in tutta Italia anche nel recente passato: in rapporto alla popolazione che allora si attestava sui 7mila abitanti, Montelupo ha avuto un numero di deportati superiore a quello fatto registrare da grandi città come Milano, Torino o la stessa Firenze.

Furono infatti 45 i montelupini che finirono nei campi di sterminio e di lavoro di Mauthausen, Gusen ed Ebensee, fra il 1944 e il 1945: tutto iniziò il 7 marzo del 1944, a seguito degli scioperi e delle proteste scoppiate in tutta la regione. I nazisti arrestarono 21 cittadini, deportandoli nei lager dell'attuale Austria (allora facente parte della Germania nazista, dopo l'annessione del 1938). Togliendo dal conteggio i pochi che riuscirono a fuggire, solo cinque degli arrestati fecero ritorno alle proprie case al termine del conflitto. Altri 24 finirono poi nei mesi successivi nei campi del Terzo Reich. Un abitante di Montelupo ogni 155 passò quindi sotto il giogo della deportazione: la quasi totalità dei nuclei familiari di allora ebbe quindi almeno un parente internato dal Reich. La rivendicazione è tuttavia arrivata a settantanove anni dall'accaduto ed al primo impatto sorge quindi spontaneo chiedersi perché la sinistra (che si è di fatto succeduta ininterrottamente alla guida del paese toscano dalla fine del conflitto) abbia lasciato trascorrere decenni prima di agire sotto questo profilo specifico.

Va detto che non si tratta della prima causa intentata da un Comune italiano allo Stato tedesco per motivi analoghi. Il fenomeno sembra anzi in ascesa proprio negli ultimi anni. Come si sono conclusi, i precedenti? Non benissimo per gli italiani, almeno finora: anche nei casi in cui i giudici hanno accolto le istanze dei parenti delle vittime dei lager, la Germania non ha praticamente mai pagato gli indennizzi richiesti. I governi tedeschi succedutisi in questo periodo hanno spesso ricordato a loro favore gli accordi di Bonn del 1962, a seguito dei quali l'Italia venne risarcita con 40 milioni di marchi (circa 1,5 miliardi di euro, al cambio attuale) per chiudere ogni questione legata a quel periodo storico. Su queste basi, anche l'iniziativa di Montelupo rischia quindi si concludersi con un niente di fatto.

Saranno ad ogni modo i prossimi mesi (o i prossimi anni) a dare la risposta.

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