Cronaca nera

Cadavere decapitato di donna nel canale di scolo: la scoperta choc a Treviso

Una residente di Mareno di Piave (Treviso) ha rinvenuto in un canale di scolo un cadavere decapitato e in avanzato stato di decomposizione. Secondo una prima ipotesi degli inquirenti, potrebbe trattarsi di un'anziana scomparsa nel 2020

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Era uscita di casa per controllare lo stato del canale di scolo che si trova nelle vicinanze della sua abitazione, a seguito del violento nubifragio estivo recentemente abbatutosi sul territorio trevigiano. E si è così imbattuta in un cadavere privo di testa e in stato avanzato di decomposizione: potrebbe trattarsi di una persona scomparsa ormai un triennio fa e mai ritrovata. Questa la macabra e scioccante scoperta effettuata nelle scorse ore da una donna residente a Mareno di Piave, in provincia di Treviso. E sulla quale stanno attualmente indagando i carabinieri, con l'obiettivo di risalire al più presto all'identità della defunta. Già, perché il cadavere poi recuperato dai vigili del fuoco è di una donna. E secondo la pista al momento più concreta, potrebbe trattarsi di un'anziana della quale non si avevano più notizie ormai dal 2020.

Ad allertare le forze dell'ordine, seppur ancora in stato di choc, è stata la stessa persona che si è trovata davanti la salma decapitata. "Ho visto che c’era qualcosa vicino alla chiusa - ha dichiarato la residente al Corriere del Veneto - poi ho capito che era un corpo". Da un primo esame esterno è emerso che il cadavere si presentava in particolare in fase di "saponificazione" (ovvero il fenomeno che si verifica quando un corpo rimane a lungo immerso in acqua fredda o corrente). Al corpo mancava come detto la testa, che secondo gli investigatori potrebbe essere stata trinciata di netto dalla forza dell'acqua. E sulla base di quanto riportato dalla stampa locale, tra le prime ipotesi avanzate c’è quella che si tratti del corpo di Anica Dota, un’anziana di 83 anni scomparsa nel luglio di tre anni fa a Santa Lucia di Piave (una realtà poco distante dal luogo del ritrovamento).

Si era allontanata da sola e non aveva più fatto ritorno, con la figlia che ne aveva subito denunciato la scomparsa temendo che la madre potesse aver perso l’orientamento. In paese scattarono subito le ricerche, impegnando pompieri, protezione civile e volontari. L'attenzione dei soccorritori si era sin dall'inizio concentrata, in particolare, su alcuni canali di irrigazione nei quali si pensava potesse essere caduta. Le operazioni di ricerca andarono avanti per giorni e giorni e furono ripetute anche a distanza di qualche mese, ma senza esito: l'ottantatreenne sembrava essere letteralmente sparita nel nulla. Chi indaga sta lavorando anche per ricostruire la dinamica dei fatti.

Ma a questo punto, sarà il riscontro del dna a stabilire in primis se il cadavere emerso nel canale sia davvero quello di Anica.

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