"Le ho sparato per difesa". Poi in elicottero a una festa

Il killer della Pinna al compleanno della madre dopo il delitto. In casa tracce di sangue e (poca) cocaina

Cinzia Pinna ed Emanuele Ragnedda
Cinzia Pinna ed Emanuele Ragnedda
00:00 00:00

Sangue e coca. I carabinieri del Ris tornano sulla scena del crimine, nella tenuta di Conca Entosa in Gallura, per acquisire altri elementi utili a ricostruire le fasi dell'omicidio di Cinzia Pinna, 33 anni. Il killer reo confesso, Emanuele Ragnedda, 41 anni, imprenditore vinicolo noto come il "re del Vermentino", non avrebbe ancora spiegato il movente dell'assassinio. "Ho sparato per difendermi" la sua giustificazione davanti al pm e ai carabinieri del reparto territoriale di Olbia e della stazione di Palau. "Abbiamo litigato, Cinzia mi veniva contro con un oggetto nelle mani. Ho avuto paura, ho preso la pistola e ho premuto il grilletto". Da stabilire con certezza il numero dei colpi esplosi e soprattutto quelli che hanno raggiunto la donna. Il cadavere, che non è stato ancora riconosciuto dai familiari, è in forte stato di decomposizione e si attende l'autopsia per chiarire esattamente le cause della morte. Una lite finita nel sangue. Certo è che la serata trascorsa in un locale di Palau deve aver preso una brutta piega a una certa ora della notte. Alcuni testimoni avrebbero raccontato che Cinzia, anche lei figlia di imprenditori nel settore turistico di Castelsardo, non era in condizioni psicofisiche normali. Forse alticcia, avrebbe accettato l'invito di Emanuele, che frequentava saltuariamente, a passare il resto della serata nel casolare attiguo alla sua tenuta, tra Palau e Arzachena, in località Petra Niedda.

A Palau c'è anche un 26enne milanese, tirato in ballo da Ragnedda, in un primo momento indagato per concorso in occultamento di cadavere. A un certo punto, prima delle 3,20 quando il cellulare di Cinzia viene spento, scoppia la lite fra i due. Cinzia avrebbe respinto le avance di Emanuele afferrando un soprammobile. Di sicuro lui la ferma a colpi di calibro 9x21. Che ci faceva la semiautomatica, di proprietà di un parente, a casa del viticoltore? Nei giorni successivi, Emanuele ha raggiunto in elicottero la famiglia per il compleanno della madre. La polvere bianca sequestrata e inviata a Cagliari, inoltre, è di una quantità talmente irrisoria che difficilmente sarà possibile effettuare le analisi necessarie per stabilire l'esatta composizione tossicologica. Le tracce di sangue, invece, sono state trovate in varie stanze dell'abitazione, sul divano, a terra, sulle pareti interne e persino all'esterno del casolare in cui l'uomo viveva da tempo, sequestrato già nei giorni precedenti al fermo e alla scoperta del cadavere. Con i carabinieri della Gallura che indagano sulla strana scomparsa di Cinzia e con i forti sospetti su di lui, Ragnedda pensa solo a sparire.

Tanto che viene bloccato a Baja Sardinia, nella villa dei genitori, nel disperato tentativo, fallito, di fuggire via mare verso il Continente. Accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, questa mattina comparirà davanti al gip per la convalida del fermo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica