La «mia amica», la chiama così durante l'interrogatorio la ragazzina di 17 anni che ha ammazzato con un coltellaccio da cucina per un debito di 35 euro, la cifra pattuita per una dose di hashish. Michelle Causo gliel'aveva portata a casa, ma lui non le voleva dare tutti i soldi e hanno cominciato a discutere. Quando lei gli ha dato del «cogl....», O.D.S., il coetaneo di origini cingalesi con il quale ogni tanto si vedeva per chiacchierare e fumare qualche canna, si è accanito sulla giovane con almeno sei colpi alla schiena, al ventre e al collo per poi abbandonare il cadavere poco distante dentro un sacco nero, infilato in un carrello della spesa lasciato vicino ad un cassonetto dei rifiuti.
Una violenza sembrata spropositata per un motivo così banale al gip del Tribunale dei minorenni di Roma, che ieri ha convalidato l'arresto per omicidio volontario del 17enne disponendo la custodia cautelare nel carcere di Casal del Marmo. Ma per O.D.S. sarebbe proprio questo il movente del delitto che ha commesso e che ha scosso il quartiere Primavalle, a Roma. Anche se ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire. Lo ha raccontato in perfetto italiano durante le quattro ore di interrogatorio in presenza del pm Anna Di Stasio. Mai un cedimento, mai una lacrima. Con una normalità che mai ha lasciato spazio a cenni di pentimento. «Ho fatto una cazzata», ha riconosciuto mentre raccontava i dettagli della sua follia. Ma nulla di più, come se non fosse consapevole di quello che ha fatto. La più provata era sua madre, che lavora come colf, legatissima a lui. Mentre il padre vive in Sri Lanka. Nel primo interrogatorio, dopo il fermo, non l'aveva voluta accanto. Ieri sì, era in aula, in lacrime quando il figlio si è girato verso di lei e le ha mandato un bacio.
Non c'è stato nessun approccio sessuale, come già confermato dall'autopsia. I due ragazzi si conoscevano e ogni tanto si vedevano per chiacchierare delle loro cose. Mercoledì lui ha chiamato Michelle due volte, anche se avevano già fissato l'appuntamento. Lei gli aveva portato dell'hashish, ma è scoppiata una discussione sui soldi e il 17enne ha perso la testa. Un punto che però il pm vuole approfondire. Davvero una violenza del genere può essere stata determinata da una lite per poche decine di euro? O forse durante il faccia a faccia Michelle lo ha minacciato di raccontare altro scatenando la rabbia di O.D.S? L'accusa al momento non ha intenzione di chiedere una perizia psichiatrica, lo potrebbe fare più avanti la difesa. Ma ha disposto un accertamento sulla personalità dell'indagato. Poi si attendono i risultati degli esami sui telefonini, oltre a quelli tossicologici sul killer, che però davanti al gip ha negato di aver assunto stupefacenti, anche se i testimoni lo hanno visto in uno stato di alterazione. «Al massimo mi ero fatto un paio di canne», ha detto. Certo si è comportato in modo strano il giorno del delitto, trascinando il cadavere dentro un sacco in pieno giorno per le scale del palazzo. Sorpreso da un vicino, che poi ha dato l'allarme prima che venisse scoperto il corpo nel carrello della spesa, gli ha risposto che nel sacco c'era del pesce. Al gip ha ribadito che quando ha capito che era inutile chiamare l'ambulanza ha deciso di disfarsi del cadavere semplicemente abbandonandolo a 300 metri da casa, nonostante avesse lasciato una lunga scia di sangue dietro di sé, che ha guidato la polizia fino al suo appartamento. Con gli agenti che hanno suonato alla sua porta per chiedergli cosa ci fosse nel sacco che stava trascinando è rimasto lucido. «Era della carne di maiale avariata che ho buttato in discarica. Se volete vi porto a vedere dove», ha risposto. Nel frattempo aveva cominciato a ripulire l'appartamento e nascosto il coltello insanguinato dietro ad una libreria.
«Lo Stato deve fare giustizia,
altrimenti c'è la giustizia della strada...Perdono? Non esiste perdono per una roba del genere, lo considererei solo se mi portassero indietro mia figlia», ha detto ieri il papà di Michelle. Mercoledì ci saranno i funerali.
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