Morte Alice Neri, trovate tracce di Gaaloul: si aggrava la posizione dello straniero

Sono stati resi noti gli esiti delle analisi condotte sui reperti rinvenuti in provincia di Modena, nel posto in cui fu trovato il cadavere di Alice Neri. E il dna trovato su una tanica d'olio apparterrebbe al tunisino Mohamed Gaaloul, che resta il principale indiziato

Morte Alice Neri, trovate tracce di Gaaloul: si aggrava la posizione dello straniero
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Sul borsello di Mohamed Gaaloul sarebbero state trovate tracce di olio minerale. E anche il dna rinvenuto sulla tanica di olio trovata sul luogo del delitto apparterrebbe al ventinovenne tunisino, che resta a maggior ragione il principale sospettato per l'omicidio di Alice Neri. Questi gli ultimissimi sviluppi sulle indagini relative alla morte della trentaduenne modenese, a seguito della chiusura (avvenuta proprio nelle scorse ore) del nuovo incidente probatorio con cui i periti hanno esposto i riscontri degli accertamenti effettuati. Sono stati esposti, in particolare, gli esiti di alcune analisi effettuate sugli oggetti ritrovati a poca distanza dalla località (situata in provincia di Modena) in cui gli inquirenti trovarono l'auto della donna, data alla fiamme. Tra questi, c'erano a quanto sembra una spallina del reggiseno della giovane e una tanica di olio esausto.

E se il primo oggetto presenta tracce di dna di una persona non ancora identificata, dall'accertamento sulla tanica sarebbe arrivato uno dei pochi elementi di certezza: stando a quanto riportato dalla stampa locale, sul contenitore d'olio sarebbero state tracce di dna riconducibili proprio a Gaaloul. “La bilancia inizia a pendere - ha aggiunto l’avvocato Cosimo Zaccaria, difensore della famiglia Neri, al quotidiano Il Resto del Carlino - una traccia di olio esausto, lo stesso contenuto nella tanica, è stata poi trovata nella parte interna del borsello di Gaaloul". Lo straniero rischia peraltro di rimanere l'unico vero indagato, considerando che la procura aveva richiesto il mese scorso l'archiviazione per Nicholas Negrini (il marito della defunta) e Marco Cuccui (il collega che la donna incontrò nelle ore precedenti alla sua dipartita). Il cadavere di Alice Neri, carbonizzato, venne ritrovato nelle campagne modenesi lo scorso novembre, all'interno dell'autovettura sulla quale si era appena allontanata dal locale di Fossa di Concordia in cui trascorse alcune ore in compagnia di Cuccui.

Subito dopo aver salutato l'amico, secondo gli investigatori, Alice Neri incontrò Gaaloul, il quale affermò successivamente di aver accettato un passaggio da una "donna bionda". E quel che accadde da lì in poi non è ancora stato ricostruito con certezza: si sa che il tunisino lasciò l'Italia subito dopo la tragedia, per un'azione evidentemente letta da chi indaga alla stregua di una vera e propria fuga. Tant'è che dopo l'arresto in Francia e la successiva estradizione, il nordafricano si trova ancora in carcere. Alla luce delle ultime perizie, il legale di Gaaloul ha però posto l'accento sul fatto che la dinamica dell'episodio non sia stata ancora stata ricostruita con assoluta certezza. "Sulla spallina del reggiseno della vittima è emersa una traccia di dna sicuramente da interpretare.

Capire se ci sono elementi per individuare o escludere un secondo soggetto è importante - le parole dell'avvocato di Roberto Ghini, riportate dal Carlino - nessuno sa inoltre come sia stato dato fuoco a quella vettura". La posizione del suo assistito, su queste basi, rischia tuttavia di aggravarsi ulteriormente.

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