
Svolta nelle indagini sulla morte di Dolores Dori. Sono stati arrestati la madre e il figlio sedicenne della donna deceduta il 2 ottobre scorso a Lonato del Garda, in provincia di Brescia, dopo essere stata trovata con tre ferite da arma da fuoco davanti all'ospedale di Desenzano. I provvedimenti cautelari, disposti dalla Procura ordinaria e da quella per i Minorenni di Brescia, contestano ai due indagati diversi reati, tra cui il tentato omicidio pluriaggravato – aggravato dall'uso di armi e dalla premeditazione – oltre a detenzione e porto illegale di armi e minacce. Entrambi sono ritenuti coinvolti, in concorso, nei fatti oggetto d’indagine.
L’inchiesta, condotta dai Carabinieri, ha previsto l’acquisizione di testimonianze, l’analisi di filmati di videosorveglianza, rilievi tecnici a cura della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale e, in parallelo, attività investigative digitali svolte dalla Seconda Sezione Cyber del Nucleo Investigativo di Brescia. In questo contesto sono state esaminate anche copie forensi di dispositivi mobili, tra cui il telefono del minore.
Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, all’origine della vicenda ci sarebbe un conflitto tra due nuclei familiari di etnia sinti, legato a questioni di natura sentimentale tra i rispettivi figli. Il sedicenne avrebbe partecipato attivamente alla sparatoria nel campo rom, documentando quanto accadeva con il proprio smartphone. Secondo quanto ricostruito, lui, la madre e la nonna si sarebbero recati in auto presso un campo nomadi a Lonato del Garda. Dopo aver forzato l’ingresso, le due donne avrebbero esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro alcune persone presenti nel campo. Tra queste, secondo i Carabinieri, vi sarebbe anche colui che avrebbe poi risposto al fuoco, colpendo mortalmente la quarantaquattrenne.
Le indagini proseguono con l’obiettivo di definire con maggiore precisione la
dinamica dell’accaduto e accertare tutte le responsabilità. Le due persone fermate sono state condotte rispettivamente alla Casa Circondariale di Brescia-Verziano e all’Istituto penale minorile Beccaria di Milano.