La padrona va in ferie e lo lega alla catena. Ancora un cane abbandonato e morto

Un altro animale salvo perché libero in cortile. Tante telefonate per aiutarlo, i soccorsi inutili

La padrona va in ferie e lo lega alla catena. Ancora un cane abbandonato e morto
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Immaginate il sole rovente del Napoletano. Poi l'afa delle ore di punta, quando non si respirerebbe nemmeno coi piedi a mollo a mare, sorseggiando una bibita fresca. Pensate di essere legati con una corda cortissima sotto il sole cocente, che vi brucia la pelle e la squarcia, mentre l'aria arde le vie respiratorie. Vi dimenate, tentate persino di ledervi pur di riuscire a liberarvi e cercare un brandello d'ombra, dell'acqua. Ma la corda è assicurata troppo bene a una cyclette. A questo punto sopraggiunge l'agonia. La morte arriva dopo due giorni di sofferenze.

Non si tratta di un nuovo capitolo del film «Saw - L'Enigmista», ma è quello che è successo realmente a due cani, uno dei quali è morto, abbandonato sotto il sole dalla padrona che aveva l'impegno impellente di andare in vacanza.

In quei due giorni di strazio si sono rincorse telefonate alle forze dell'ordine per salvare i quattro zampe. Quando sono intervenute polizia Municipale e guardie zoofile dell'Oipa, è stato possibile salvare in extremis solo uno dei cani, che era libero in cortile, mentre per l'altro, legato sotto il sole, la morte è stata forse l'unica clemenza ricevuta in vita. Pare sia deceduto per un colpo di calore, ma sarà l'autopsia a dare conferma.

La padrona crudele, che è stata denunciata, non si è degnata di interrompere le vacanze. La storia del cane di Giugliano perché della bestiola non si conosce nemmeno il nome ha indignato l'Italia. Perché è stato ammazzato. Perché deve avere giustizia. E se ancora le leggi sono blande per chi commette reati contro gli animali, un passo avanti è stato fatto con l'approvazione della legge Brambilla, che ha inasprito le pene. Adesso chi maltratta un animale rischia dai sei mesi ai due anni di reclusione e una multa tra i 5mila e i 30mila euro. In caso in cui l'animale venga ucciso, la pena va dai sei mesi ai tre anni di reclusione, con una multa dai 5mila ai 30mila euro, pena che lievita sia nella condanna che arriva a un massimo di quattro anni, che nella multa, che arriva fino a 60mila euro «se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell'animale».

I cittadini, mobilitatisi, attendono anche che siano accertate tutte le responsabilità. Perché, oltre alla crudele padrona, ci sarebbe un extracomunitario che doveva portare da mangiare ai cani, e poi i carabinieri chiamati in causa dall'animalista Enrico Rizzi, che ha contattato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, il quale ha reso noto l'accaduto. «I cittadini hanno chiesto l'intervento dei carabinieri come prima volta alle ore 11:53 denuncia Rizzi - poi sono stati sollecitati perché il cane era in evidente agonia. I carabinieri sono stati richiamati alle 12:57, alle 15,53 e alle 16,08. Ma hanno deciso di non intervenire perché secondo loro non potevano farlo essendo proprietà privata. Hanno ignorato due reati (perseguibili d'ufficio): abbandono e maltrattamento di animali. L'articolo 55 del codice penale afferma che le autorità hanno il dovere di intervenire subito per evitare che il reato continui a consumarsi o venga portato a conseguenze ulteriori. E loro ci sono riusciti in pieno. Il cane è infatti morto».

Rizzi annuncia che porterà tutti in tribunale. «Quanto accaduto dice Borrelli - è di una crudeltà disumana. Spero che i responsabili di questa tortura non la passino liscia. Mi appello ai cittadini: segnalate».

Sono tanti, troppi gli animali vittime della crudeltà umana, che muoiono senza che nessuno racconti la loro storia. Come il pitbull Diego, morto di stenti a luglio in un garage di Fabbrico (Reggio Emilia) mentre i padroni erano in vacanza. Anche per lui si chiede giustizia.

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