
Omicidio a Modena. Una cintura stretta al collo, disteso sulla schiena. È morto così Raffaele Marangio, 78 anni, psicoterapeuta e docente universitario, trovato dalla polizia nella sua abitazione nel quartiere Sant'Agnese, zona policlinico, il 26 luglio. Notizia inspiegabilmente diffusa solo ieri.
Non rispondeva al telefono da giorni, il professore, tanto da allarmare amici e conoscenti. Quando i vigili del fuoco sfondano la porta, la tragica scoperta. Un gioco erotico finito nel peggiore dei modi o assassinato per vendetta da un vecchio paziente? Dai primi rilievi della scientifica niente segni di effrazione. Nessuna serratura o finestra forzata e manomessa. Insomma, Marangio avrebbe aperto al suo carnefice. Il corpo è stato trovato supino, a pancia in su, sotto una finestra. In casa, perfettamente ordinata, non mancherebbe nulla. Sulle prime si è pensato a un suicidio. Da anni in pensione, il prof sarebbe caduto in una profonda depressione secondo gli investigatori. Ma l'esame medico legale direbbe altro. L'uomo avrebbe evidenti segni di strangolamento, forse provocati da un'altra persona, il killer. Tanto che il procuratore aggiunto Luca Masini, dopo due settimane di indagini e silenzi, avrebbe aperto un fascicolo per omicidio volontario. Ma chi era Marangio? E, soprattutto, chi frequentava?
Originario di Lecce, si laurea in pedagogia con indirizzo psicologico nel 1973, nel 76 si specializza in criminologia clinica e psichiatria forense alla Sapienza di Roma. Titolo che gli permette di entrare nel vivo dei maxi processi alla criminalità organizzata degli anni '80 e '90. Grazie anche alle sue perizie le porte del carcere si spalancano o si chiudono per sempre.
La Procura non esclude alcuna pista anche se prende sempre più corpo l'ipotesi di vecchi rancori, ossia di un regolamento di conti fra il professore e un vecchio paziente, magari appena uscito di galera dopo anni dietro le sbarre per colpa di un referto «non gradito». Al vaglio della squadra mobile modenese il traffico telefonico e i messaggi scambiati dalla vittima nei giorni precedenti alla morte. Un luminare molto stimato nel mondo accademico, Marangio, che non si ferma alla criminologia forense. Nel 1991 ottiene l'abilitazione come psicologo psicoterapeuta dopo aver frequentato con successo il percorso quadriennale di formazione in psicoterapia presso l'Ipa, l'Istituto di Psicoterapia Analitica di Firenze. Non basta. Ottiene il master in Gestalt Counselling presso l'Aspic di Roma, l'Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell'Individuo e della Comunità, e fonda nel 1996 l'Aspic territoriale di Modena, con sede a casa sua.
Dal 2008 docente di Psicologia Clinica presso il corso di laurea in Scienze Infermieristiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Modena, presidente e responsabile della formazione e supervisore accreditato Aspic, responsabile del Cncp, il Coordinamento Nazionale Counsellors Professionisti per l'Emilia Romagna e Abruzzo.In attesa delle analisi sui cellulari della vittima, il pm ha disposto l'esame autoptico per chiarire le cause esatte della morte.