
“Quella donna sono io”. Solange Marchignoli è nota per essere una legale decisa, preparata, puntuale. Ma oggi, in un’intervista rilasciata a Gianluigi Nuzzi, all’interno della trasmissione “Dentro la notizia”, ha raccontato un tratto doloroso della sua vita: la violenza subita dall’ex compagno. E lo ha fatto per spingere le altre donne a essere forti, a riconoscere l’abuso, a denunciare.
“Ieri il Corriere della Sera parlava di una donna senza volto e senza nome - ha esordito - e io sono venuta qui da te per dire che quella donna sono io. Lo faccio perché sono un avvocato penalista che difende anche le donne vittime di violenze, sono un personaggio pubblico ma soprattutto sono una donna. E mi sono sentita in dovere di dimostrare che non bisogna avere paura e vergogna. Bisogna denunciare perché la giustizia esiste, la giustizia può proteggere”.
È pensiero comune che sia molto positivo che i personaggi noti si aprano su argomenti che possano essere di interesse pubblico, come appunto la violenza di genere. Marchignoli è dettagliata, descrive tutte le fasi della violenza attraversata, di modo che le altre donne abbiano uno strumento per riconoscerle, qualora succeda a loro: “Il primo schiaffo è arrivato durante una vacanza all’Isola d’Elba dopo una discussione per futili motivi. Questa storia ha un grande mantello di tossicodipendenza. Io non ho mai conosciuto la droga ma ho raccolto la sua richiesta d’aiuto. Abbiamo fatto dei percorsi insieme perché pensavo che questo problema gigante potesse essere risolto”.
L’avvocato racconta di aver cercato di aiutare l’ex compagno a combattere contro il suo “demone”: credeva fosse la droga a parlare per lui, a muovere la sua mano. Ma c’era dell’altro: come spesso accade in questi casi, una persona abusante compie un’opera di isolamento nei confronti della partner. “La relazione - ha proseguito Marchignoli - si era rotta l’anno scorso, io l’avevo lasciato perché era una situazione fuori da ogni logica umana. Il problema era anche la mia immagine di professionista, di persona che va in televisione. Lui ha fatto un lavoro d’isolamento, invece di essere complice, cercava di prevaricarmi, non voleva che andassi in tv, non voleva che facessi niente”.
L’epilogo della relazione è particolarmente crudo: “Eravamo in un appartamento, stavamo discutendo e io ho perso conoscenza. Ho solo alcuni flash, mi sono risvegliata in clinica. Mi sono risvegliata che avevo la mascella con una frattura aperta, avevo i denti superiori in gola. Mi hanno operata.
Lui mi ha detto che ero caduta e ho picchiato il viso sul tavolo. Tornata a Milano, anche se lui non voleva, sono andata all’ospedale perché non sapevo cosa mi avessero fatto. Ho scoperto al San Paolo che ho dodici viti nella mascella”.