Un venerdì mattina come tanti si è trasformato nel peggiore degli incubi per una 53enne di Gallarate, comune in provincia di Varese, che è stata picchiata e violentata in strada da un 35enne originario del Gambia. Il presunto autore dello stupro è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata e lesioni aggravate. Ora si trova ristretto nel carcere di Busto Arsizio, in attesa dell'interrogatorio di convalida del fermo.
L'aggressione in strada
La brutale aggressione è avvenuta all'alba di ieri mattina nel quartiere Cajello di Gallarate. Secondo quanto emerge da una prima ricostruzione, la donna stava raggiungendo a piedi il posto di lavoro quando è stata aggredita alle spalle dallo sconosciuto. Dopo averla colpita, malmenata con forza e scaraventata sull'asfalto, il 35enne l'ha trascinata dietro le siepi di un'aiuola in un parcheggio pubblico, che a quell'ora era deserto, dove si è consumata la drammatica violenza sessuale. Al termine l'uomo si è dato alla fuga, portando con sé il cellulare della vittima.
La caccia all'aggressore
Per poter risalire all'identità dell'aggressore i carabinieri hanno passato al setaccio i filmati estrapolati dalla telecamere di sorveglianza pubblica e privata presenti in zona. Grazie ai video e alle indicazioni fornite da un testimone sono riusciti a ricostruire il percorso di fuga del presunto autore dello stupro e a individuare la sua abitazione. Quando i militari dell'Arma hanno bussato alla porta dell'appartamento, l'uomo ha finto di non essere in casa. I carabinieri sono riusciti ugualmente a entrare, trovandolo nascosto all'interno di un letto con cassettone. Il 35enne, che indossava ancora gli stessi abiti immortalati dalla telecamere, è stato arrestato e condotto presso la caserma di largo Verrotti.
Chi è l'indagato
Stando a quanto apprende l'Ansa da fonti investigative, il presunto autore della violenza sessuale vive in Italia da 11 anni, lavora come meccanico, ha tre figli ed è sposato con una donna italiana. Dai successivi accertamenti investigativi sono emersi due precedenti: il primo per detenzione di droga, risalente al 2020, e il secondo per resistenza a pubblico ufficiale, poi risolto con la sospensione della pena.
"Il mio assisto è a pezzi"
Nel corso dell'interrogatorio reso davanti al pm Roberto Bonfanti, l'indagato ha ammesso le proprie responsabilità tra le lacrime. "Il mio assistito non ha saputo dare una spiegazione per quanto accaduto - ha spiegato l'avvocato del 35enne - È apparso a pezzi, letteralmente ha dichiarato di non essere in grado di spiegare cosa lo abbia preso in quel momento. Di fatto non ha cercato di minimizzare l'accaduto, ha confermato ogni circostanza contestata dagli inquirenti ed è pronto ad accettare tutte le conseguenze del caso".
Come sta la vittima
Quanto alla vittima, subito dopo l'aggressione, è stata affidata alle cure dei sanitari dell'Ospedale Sant'Antonio Abate dove ha ricevuto una prognosi di 20 giorni.
Intanto la comunità di Gallarat è sotto choc per un'aggressione arrivata, tra l'altro, a pochi giorni del 25 novembre, data in cui ricorre la Giornata mondiale contro la violenza di genere. Non un episodio isolato, purtroppo. Lo scorso agosto alla stazione di San Zenone al Lambro, nel Milanese, una ragazza era stata violentata da un 25enne originario del Mali mentre aspettava il treno per ritornare a casa.