Il gip Angela Draetta ha disposto per loro il trasferimento in una comunità. Sono i cinque minorenni di Napoli, figli della periferia della città parteneopea, accusati di aver stuprato ripetutamente una ragazza allo "Scoglione" di Marechiaro, una località in provincia del capoluogo campano.
Il fatto risale al 28 maggio scorso e il pm della procura dei Minori ha ricostruito quei momenti di orrore con dovizia di particolari. La giovane vittima della violenza, durante l'incidente probatorio, ha raccontato di nuovo l'invito ad appartarsi, i cinque ragazzi che la circondano e poi la violenza sessuale.
I ragazzi (A. P., E. A., R. R., tutti minori) e la giovane non si conoscevano bene. Ma avevano amici in comune. Uno di loro l'ha invitata da andare in un posto appartato, dove ci si arriva solo a nuoto. Un posto conosciuto per il ritrovo dei ragazzi in cerca di un riparo dal sole. "Io neanche ci volevo andare - ha raccontato la giovane - poi uno di loro mi ha girata di spalle e ha fatto quello che non volevo mi facesse".
Il dolore è ancora vivo nella mente della 17enne. "Ero con gli altri, allo Scoglione di Marechiaro, poi uno di loro mi ha detto se avevo voglia di seguirlo per andare a comprare qualcosa da bere e per ripararci un po’ dal sole - aveva raccontato quel giorno all'amica del cuore, storia poi confermata al pm - io mi sono fidata perché c’era gente, c’erano altre persone attorno. Cosa poteva mai accadermi?". Nessuno però è intervenuto per autarla. "In due mi hanno spogliata, tolta il costume, e toccata, loro erano nudi e mi hanno circondata - raccontò all'amica - mi toccavano, mi toccavano. Sono riuscita a scappare e loro sono andati via". Al pm ha spegato il motivo per cui non è andata in quel posto isolato: "Mi dissero che era inutile opporre resistenza, che non mi avrebbero lasciata andare, neanche se faceva buio. Ho avuto paura, mi sono arresa e ho detto di fare quello che volevano, purché poi lasciassero andare".
I due ad averla spogliata sono A. P. e E. A., mentre R. R. - scrive il Messaggero - avrebbe fatto il doppio gioco. Prima finge di preoccuparsi per lei. Le chiede cosa è successo e così rimangono soli. La giovane si fida allora e lui ne approfitta. "Mi ha chiesto cosa mi fosse successo e poi invece mi ha trascinata in un angolo e mi ha girata di spalle", ha raccontato la vittima. "Ero completamente soggiogata e priva di forza".
Nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia di Bagnoli hanno accompagnato gli orchi dal penalista Matteo De Luca, al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei a Napoli. Ora sono in comunità. Nei giorni successivi alla violenza si vantarono su Fb della loro orrenda "impresa: "Parlate di meno e scopate di più", aveva scritto uno di loro poche settimane deopo. E il giorno dello stupro la ragazza aveva trovato uno di loro, il giovane di Forcella, "felice e spensierato mentre beveva una birra". La ragazza li ha riconisciuti su Facebook e li ha segnalati alla polizia. Ma loro non si sono persi d'animo. Dopo aver scoperto di essere indagati, i due minorenni di Capodichino avevano pubblicato una foto insieme corredandola con un commento choc, di sfida alla giustizia italiana: "Passerà anche questa - hanno scritto - sempre insieme amico".
Eppure avrebbero provato a risolvere la cosa a modo loro.
La famiglia della vittima infatti è stata costretta a cambiare domicilio dopo le minacce ricevute in seguito alla denuncia. E uno dei ragazzi ha anche minacciato la ragazza su Fb, dicendole che avrebbe bruciato la sua casa se non avesse ritrattato le accuse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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