Cronache

Abusi sessuali, a giudizio il cardinale George Pell

Dopo 4 settimane di udienze, il cardinale australiano George Pell, prefetto della Segreteria per l'economia in Vaticano in congedo, è stato rinviato a giudizio per abusi sessuali

Abusi sessuali, a giudizio il cardinale George Pell

Dopo 4 settimane di udienze, il cardinale australiano George Pell, prefetto della Segreteria per l'economia in Vaticano in congedo, è stato rinviato a giudizio per abusi sessuali. Il magistrato di Melbourne Belinda Wallington ha stabilito che ci sono prove sufficienti perché il porporato, 76 anni, uno degli uomini più importanti della Curia di Roma, venga processato. Pell, che si è formalmente dichiarato "non colpevole" è accusato di abusi sessuali ai danni di minori avvenuti tra la fine degli anni Settanta e Ottanta a Ballarat, suo paese di nascita, e tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000 nella diocesi di Melbourne, dove era arcivescovo. I dettagli delle diverse accuse non sono noti ma oltre a quelle che lo vedono direttamente coinvolto vi sarebbero episodi di copertura di altri sacerdoti pedofili e perfino uno stupro. Sarà processato per alcuni casi di abuso ma la maggior parte delle accuse, soprattutto quelle più gravi, sono state respinte. Pell è arrivato in tribunale questa mattina verso le 9:30 per la decisione sul rinvio a giudizio scortato dalla polizia ed è andato via dopo il verdetto tra le urla di alcuni manifestanti. Il Papa aveva accettato la sua richiesta di congedo per potersi difendere. Le indagini che hanno portato Pell alla sbarra sono iniziate nel 2012, dopo 10 anni di pressione da parte delle presunte vittime.

"La Santa Sede prende atto della decisione emanata dall'autorità giudiziaria in Australia riguardante sua eminenza il cardinale George Pell. L'anno scorso il Santo Padre gli aveva concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse che gli erano state contestate. Tale disposizione rimane tuttora valida".

Lo rende noto il Direttore della sala stampa della Santa Sede, Greg Burke.

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