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Saviano l'anti-italiano virale: "Strage colpa della Lombardia"

Per i democratici, dei morti Usa sarebbe colpevole Trump e non certo il loro governatore Cuomo, nonostante il suo Stato, quello di New York, mieta il maggior numero di vittime

Saviano l'anti-italiano virale: "Strage colpa della Lombardia"

Per i democratici, dei morti Usa sarebbe colpevole Trump e non certo il loro governatore Cuomo, nonostante il suo Stato, quello di New York, mieta il maggior numero di vittime. Ci aspetteremmo che la stessa logica funzionasse in Italia. E invece qui no, la responsabilità maggiore delle morti per i piddini non è del governo centrale, di cui fanno parte, ma delle Regioni. Non tutte. Emilia Romagna, seconda per numero di decessi, no. Lombardia sì. E non hanno ritegno, i democratici, a mandare avanti anche quelli che, da sindaci, invitavano a #riaprire Milano o a #riaprire Bergamo. Come da antica tradizione comunista, a coronare l'operazione di manipolazione non può mancare l'intellettuale, quello che, secondo Elio Vittorini, suona il piffero della rivoluzione. E lo fa anche fuori Italia: anzi, andare a sputtanare il Paese è sempre stato uno dei suoi sport preferiti, non a caso Machiavelli parlava delle «armate mercenarie» e di «cacciarsi» nelle «mani d'uno forestiere». Il forestiere in questo caso è la Francia, il giornale è Le Monde, la Bibbia dell'intellettuale de gauche, chic e globalista, e il denigratore non poteva che essere lui, Savianò. Il quale vi pubblica la solita articolessa per dire che i responsabili dei morti sono Fontana e Gallera. Ma, essendo intellettuale, non è che può limitarsi a ripetere gli argomenti di quegli illetterati di Sala e di Gori. No, la prende lunga, dalla camorra e dalla 'ndrangheta, che avrebbero da decenni colonizzato la Regione Lombardia, e ovviamente da Silvio Berlusconi, reo di avere lanciato, assieme all'anti abortista (?) Comunione e Liberazione, Roberto Formigoni. Sono loro, in combutta con Umberto Bossi e Roberto Maroni, ad avere creato l'orrido sistema lombardo fondato sull'intreccio pubblico-privato, sugli affari, sulla corruzione. Il quale, inefficiente e gestito da una «classe dirigente mediocre» oltre che corrotta e collusa con la mafia, ha prodotto l'ecatombe che ha prodotto. Salvini non è sfiorato? Ma certo che sì, avendo il segretario ereditato il blocco di potere di cui è garante. E va bene, siamo ai soliti discorsi di Saviano, anche se, scodellati a un giornale straniero, in un momento in cui il Paese è sotto scacco non solo del virus ma anche dei «fratelli europei», suona particolarmente ributtante. Solo che Saviano, preso dalla foga di essere più realista del re, e di inoltrare una tirata di ultra sinistra contro il capitalismo, il guadagno e pro sanità statale, fa finire nel calderone anche Sala e Gori che, ricorda egli perfidamente ma con ragione, sono stati berlusconiani fin che il Cavaliere era in auge. E qui la faccia di Zingaretti, arrivato alla fine dell'articolo, che fino a quel momento l'avrà fatto godere, si sarà increspata. Anche perché qualcuno potrebbe sospettare che, dietro l'attacco di Saviano, vi siano coloro che vedono nei due sindaci una minaccia per la leadership deboluccia del presidente (per mancanza di prove) della Regione Lazio. Resta l'amarezza, anche se non la sorpresa, per la condotta di un ceto intellettuale che, sempre più privo di idee nuove (oltre che di opere artistiche create) come ai tempi di Machiavelli e di Guicciardini, non fa che affidarsi alle cure di un principe straniero, allora il francese Francesco I, oggi Macron o Merkel. Se gli scrittori del Risorgimento fossero stati come Saviano, oggi in Lombardia dominerebbero ancora gli austriaci.

Che Saviano sicuramente ama più degli italiani.

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