Papa Francesco torna a parlare in favore dei rifugiati. E questa volta lo fa per difendere i diritti dei cosiddetti rifugiati climatici.
Nel messaggio indirizzato alla Fao in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, il Santo Padre ha ricordato come i mutamenti del clima siano fra i fattori più incisivi nell'aumento del numero di profughi a livello globale: "Come dimenticare - si è chiesto il Papa - che a rendere inarrestabile la mobilità umana concorre anche il clima? I dati più recenti ci dicono che i migranti climatici sono sempre più numerosi e vanno a ingrossare le fila di quella carovana degli ultimi, degli esclusi, di coloro a cui è negato anche di avere un ruolo nella grande famiglia umana. Un ruolo che non può essere concesso da uno Stato o da uno status, ma che appartiene a ogni essere umano in quanto persona, con la sua dignità e i suoi diritti". "Sono necessarie - ammonisce il Pontefice - scelte e azioni: un mutamento di rotta al quale siamo tutti chiamati a cooperare: responsabili politici, produttori, lavoratori della terra, della pesca e delle foreste, ed ogni cittadino. Certo, ognuno nelle diverse responsabilità, ma tutti nel medesimo ruolo di costruttori di un ordine interno alle Nazioni e di un ordine internazionale che non permettano più che lo sviluppo sia appannaggio di pochi, nè che i beni del creato siano patrimonio dei potenti. Le possibilità non mancano e gli esempi positivi, le buone pratiche, ci mettono a disposizione esperienze che possono essere percorse, condivise e diffuse". Infine è arrivato un accorato appello ai capi di Stato e di governo perché si adoperino in favore di iniziative dell'ambiente : "Siamo ormai prossimi alla nuova tappa che a Marrakech chiamerà gli Stati Parte della Convenzione sui cambiamenti climatici a dare attuazione a quegli impegni.
Penso di interpretare il desiderio di tanti - ha confidato il Santo Padre - nell'auspicare che gli obiettivi delineati dall'Accordo di Parigi non rimangano belle parole, ma si trasformino in decisioni coraggiose capaci di fare della solidarietà non soltanto una virtù, ma anche un modello operativo in economia, e della fraternità non più un'aspirazione, ma un criterio della governance interna e internazionale"
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