Cronache

Advanced a vele spiegate E il «piccolo» è già grande

Grande o piccina che sia, la barca risponde (quasi) sempre al desiderio del suo armatore. Ecco perché il massimo piacere è farsela realizzare su misura. È la mission di Advanced Yachts - non inganni il nome, il brand è italianissimo - brand ormai affermato nel mondo dello yachting, figlio del concept di Marco Tursini e Antonella Di Leo.

«Volevamo che tutto il processo legato a un'imbarcazione, dalla prima idea alla gestione dopo il varo, fosse per l'armatore un divertimento, la realizzazione di un magnifico sogno – spiega la coppia, reduce dai saloni di Cannes e Montecarlo – ma quando si pensa a barche semicustom come le nostre, il difficile è mettere insieme un top team di professionisti. Oggi vediamo i risultati di tanto impegno».

In effetti, pochi cantieri hanno conquistato così tanti consensi in soli cinque anni. Tutto è iniziato nel 2010 quando al Salone di Genova si ammirò l'A66, che segnò il debutto ufficiale di Advanced Yachts: vinse subito il premio per l'interior design. Sono seguiti l'A60 e, lo scorso anno, l'innovativo 44, un week end sailer progettato da firme importanti (Roberto Biscontini e Nauta Design) che ha conquistato il prestigioso «European Yachts of the Year 2015». Ora è tempo di Advanced A80, vero purosangue dei mari firmato ancora una volta a più mani. Da un parte gli architetti navali americani John Reichel e Jim Pugh, dall'altra i raffinati designer italiani Mario Pedol e Massimo Gino, di Nauta Yachts. Ne è uscito un 24 metri fuori tutto – 21,6 al galleggiamento – con baglio massimo di 6,20 metri, molto prestazionale vista la leggerezza (dislocamento a vuoto di 39,7 tonnellate) e la superficie velica di 326 mq. Eccellente la completa integrazione interno-esterno. Così anche nell'ammiraglia, grazie a una tuga completamente vetrata, si ha un'intensa luminosità anche sottocoperta e una visibilità a 360 gradi. Un vastissimo pozzetto accoglie tre diverse aree per l'armatore e i suoi ospiti: la generosa area pranzo con due divani e due tavoli, un'area relax prossima all'area di manovra e un'area per l'abbronzatura all'estrema poppa. Anche qui il concetto di «custom» è dogma.

«Per noi ogni dettaglio è personalizzabile: dal numero delle cabine alla loro disposizione, alla destinazione d'uso degli spazi, alla scelta dei legni, fino alla tipologia degli arredi e dei tessuti – aggiungono Tursini e la Di Leo – Individuate necessità e desiderata dell'armatore, il team presenta le diverse proposte e le soluzioni più adatte. Questo fa la vera differenza sul progetto».

Esempio: per l'A80 sono state studiate soluzioni innovative per dare la possibilità all'armatore di scegliere il punto della la cabina armatoriale, a prua o a poppa (e in questo caso ci sono altre due possibilità), grazie a un layout modulare. A centro barca si trova il salone a tutto baglio, dotato di vasta area pranzo, fronteggiata da un divano che forma un'area relax.

E due cabine ospiti a letti singoli, a mezza nave, completano l'ospitalità notturna della barca mentre la cucina e tutta la zona riservata all' equipaggio sono collocate a prua.

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