Per il momento sui motivi che hanno portato l’aereo a schiantarsi a San Donato, poco dopo il decollo dall’aeroporto di Linate, ci sono solo ipotesi. Alle 13.07 il Pilatus Pc-12 diretto a Olbia ha cominciato ad allontanarsi dalla rotta prestabilita e a inviare parametri anomali. Gli uomini-radar del centro di controllo d’area di Linate che gestisce il traffico nei cieli del Nord-Ovest dell’Italia hanno chiesto in un ultimo contatto radio con l’aereo:“Perché avete deviato? Per evitare una turbolenza?”. Come riportato dal Corriere, “No” è stata l’unica risposta arrivata dal pilota del jet.
Cosa è successo
Dopo neanche un minuto l’aereo sparisce dal monitor senza aver lanciato una richiesta di aiuto o di poter rientrare d’urgenza in aeroporto. Le nuvole sono basse, pioviggina e c’è un leggero vento. Il monomotore improvvisamente perde quota per sedici secondi prima di schiantarsi. Lo scalo di Linate è rimasto chiuso una decina di minuti a causa del fumo proveniente dall’incidente aereo. Sarà compito degli investigatori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo capire cosa sia successo, con l’aiuto della scatola nera. Dovranno anche ricostruire i minuti compresi tra la deviazione della rotta, il dialogo brevissimo tra il pilota e la torre di controllo e la perdita di quota, circa 25-30 metri al secondo, che ha portato allo schianto. Qualcosa di improvviso non avrebbe neppure dato il tempo di lanciare il MyDay, questo è quanto emerso da una lettura preliminare dei tracciati raccolti da tre piattaforme specializzate.
La dinamica dell'incidente aereo
L’aereo romeno era giunto lo scorso 30 settembre a Milano da Bucarest. Ieri, alle 12.52 il velivolo ha lasciato il parcheggio di Linate Prime, il terminal dei voli privati, per raggiungere la pista 36. Alle 13.04:08 il Pilatus Pc-12 è decollato dirigendosi verso Nord, è passato sopra l’Idroscalo di Milano, e ha poi virato a Sud dell’aeroporto. Quando si trova sopra le case di Metanopoli, frazione di San Donato Milanese, ha già qualche problema e ha effettuato la deviazione dalla rotta prestabilita. Alle 13:07:40 procede a 293 chilometri orari e 1.631 metri di quota, due secondi dopo la quota scende a 1.615 e la velocità aumenta a quasi 303. Due secondi dopo è ulteriormente giù di 52 metri. La velocità più alta, 319 chilometri orari, viene registrata sette secondi prima dell’ultimo segnale.
Nessuna procedura standard di partenza strumentale prevede che gli aerei passino sulla traiettoria che è stata effettuata ieri dal jet privato romeno. Secondo due esperti il motore si potrebbe essere “piantato”. Tra le ipotesi anche un malore del pilota o anche un suo “disorientamento spaziale” mentre si trovava tra le nuvole. Sotto esame anche l’esperienza di chi era ai comandi e le sue certificazioni. Chi sa leggere e interpretare i parametri radar parla, poco dopo la prima virata, di escursioni anomale nella salita, arrivando a toccare i 1.
767 metri al minuto, valore inaccettabile per un Pc-12 e che porta allo stallo sicuro. L’aereo è precipitato a 7.315 metri al minuto. Compito degli investigatori sarà quello di capire perché il jet russo ha deviato la rotta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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