Coronavirus

Africa-Cina, voli, flussi, scambi: tutti quei numeri che allarmano

Africa e Cina sono collegate da 2.600 voli all’anno, 7 al giorno. Nel 2003, quando esplose la SARS (sindrome respiratoria del 2003), erano meno di 250. Oltre 200mila lavoratori cinesi vivono da tempo stabilmente in Africa, circa 50mila cinesi si recano nel continente per affari o per turismo

Africa-Cina, voli, flussi, scambi: tutti quei numeri che allarmano

Da diversi anni i bambini di diversi Paesi del continente africano hanno imparato a dire “ni hao”, ciao in cinese. Dalla fine del 2018 l’Uganda ha introdotto la lingua degli ideogrammi in alcune scuole, dal 2019 il mandarino è diventato lingua straniera obbligatoria in tutte le scuole del Kenya, gli operatori culturali dell’Istituto Confucio sono ormai di casa in Sudafrica. La Cina ha prestato un totale di 143 miliardi di dollari a 56 nazioni africane messi a disposizione principalmente dall’Export-Import Bank of China e dalla China Development Bank, secondo uno studio della China-Africa Research Initiative presso la Johns Hopkins School of Advanced International Studies. Africa e Cina sono collegate da 2.600 voli all’anno, 7 al giorno. Nel 2003, quando esplose la SARS (sindrome respiratoria del 2003), erano meno di 250. Oltre 200mila lavoratori cinesi vivono da tempo stabilmente in Africa, circa 50mila cinesi si recano nel continente per affari o per turismo. È vero che gli agenti patogeni del COVID-19 agiscono meglio a temperature basse, ma le alte temperature non li inibiscono del tutto.

Alcune università tra cui la Sorbona di Parigi, hanno stilato un elenco dei Paesi più a rischio, sia per volume di traffico con la Cina, sia per capacità di risposta dei rispettivi sistemi sanitari. Si tratta di Nigeria, Etiopia, Sudan, Angola, Tanzania, Ghana e Kenya. Mentre 29 Paesi africani su 54 hanno potuto raggiungere un tale livello di strutture sanitarie da essere in grado di individuare i patogeni del COVID-19; un tirocinio forgiato dall’emergenza del virus Ebola nel 2014. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che in un Paese africano durante un allarme di pandemia i presidi sanitari dovrebbero poter visitare 20mila persone ogni giorno. Una cifra che, stante la sfiducia ostile di una parte consistente delle popolazioni dei diversi Paesi e la difficoltà dei collegamenti in alcune zone, è praticamente utopistica. Rapporti commerciali implicano anche rapporti politici e militari. Pechino ha circa 2.500 soldati in Africa, 1.000 dei quali nel Sudan meridionale e i cinesi sono i secondi fornitori di armi per gli africani, preceduti soltanto dai russi. Nel continente africano vivono oltre 1 miliardo e 325 milioni di persone. La fanno da padrone demografico la Nigeria con 203 milioni di abitanti, Etiopia con 108 milioni, l’Egitto con 99 milioni, il Congo con 85 milioni.

In Europa, per avere un termine di confronto, vivono 700 milioni di persone, compresi i Paesi che non fanno parte dell’UE.

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