Gli alberi, la mancata allerta, la pioggia record: così è esploso l’inferno

Improvvisa e inaspettata, l'ondata di maltempo che ha travolto le Marche ha messo in ginocchio intere città e portato via vite umane

Gli alberi, la mancata allerta, la pioggia record: così è esploso l’inferno

Il disastro delle Marche è una concausa di vari fattori. Il caldo estremo dell'ultima estate ha giocato un ruolo primario nei fenomeni violenti che si stanno verificando nelle ultime settimane ma anche la mancanza di manutenzione è stata decisiva. Tutto è cominciato nella tarda serata di ieri, quando le prime piogge hanno iniziato ad abbattersi sull'anconetano e sulla zona di Pesaro-Urbino. Una pioggia battente che non ha record nella storia recente, come ha spiegato Massimiliano Fazzini, coordinatore dell'area tematica Sigea: "Questa notte sono caduti 400 millilitri di pioggia nelle Marche e tutto è avvenuto in sei ore. Un dato che non presenta memoria storica: non si ritrova in circa 70 anni una precipitazione così intensa. In neppure un giorno abbiamo registrato in quella zona ciò che mediamente precipita in 3 mesi". Nelle ultime ore, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza.

Dal tardo pomeriggio di ieri, si è iniziato a capire che non si trattava di un semplice temporale, seppur violento. Le strade cominciavano ad allagarsi e i fiumi a gonfiarsi in modo pericoloso e in quelle zone, purtroppo, hanno una fresca memoria di ciò che può causare un fiume in piena. Solo nel 2014, l'esondazione del Misa a Senigallia ha causato tre vittime. Poco prima dell'una del mattino, il direttore della protezione civile regionale delle Marche, Stefano Stefoni, spiegava all'Ansa che a Sinigallia "parecchi tronchi di alberi e piante hanno ostruito il ponte Garibaldi" e ed è lì che poco prima "il fiume è esondato sul lato destro". Ma a causa dei tronchi trascinati dall'entroterra verso la cittadina costiera ci sono state anche altre situazioni critiche. "Ci sono esondazioni anche nella zona di Bettolelle e vicino al ponte 2 giugno (ora dedicato alle vittime dell'alluvione del 2014, ndr), che anch'esso è pieno di legna", ha proseguito Stefoni. La conta dei morti non è ancora definitiva e ci sono già 10 vittime oltre a diversi dispersi. Molti sono riusciti a salvarsi aggrappandosi ai rami degli alberi e trovando rifugio sopra gli alberi, dove l'acqua non è riuscita ad arrivare.

Il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, davanti alla tragedia che ha colpito il suo territorio, ha rivelato di non aver avuto nessuna comunicazione d'allerta nelle ore precedenti: "Ieri non c'era alcuna allerta meteo, se non per il vento, e quindi non avevamo contezza di questo tipo di pericolo. Mi dicono che è stato qualcosa di improvviso. Noi abbiamo però avuto modo di parlare con delle persone dell'entroterra, e quando abbiamo saputo che c'erano delle forti piogge all'interno abbiamo emesso un'allerta, che è iniziata ieri sera alle 20.45". Il sindaco della città costiera, quindi, ha spiegato qual è il rischio causato dal Misa: "Senigallia ha un fiume torrentizio, e quando piove diventa una minaccia per tutta la città. Speriamo che, prima o poi, chi di dovere possa far fronte a questo".

Anche l'assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, ha spiegato che quanto è accaduto non era prevedibile, perché l'ondata di maltempo che ha colpito le Marche "non era prevista a questi livelli, non avevamo livelli di allarme.

E l'esondazione del Misa, in particolare, è stata repentina e improvvisa". In alcune località, "non c'è stato tempo di intervenire, ci sono persone che magari erano in strada o sono uscite non rendendosi conto del pericolo".

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