Cronache

Alfano invita altri immigrati e i sindaci del Nord insorgono

Il ministro dell'Interno dà il via libera all'accoglienza di 10mila nuovi profughi Il primo cittadino di Padova Bitonci guida la rivolta: raccolta firme per dire no

T ra un affondo sull'«errore di Londra» che vuole accogliere solo stranieri con lavoro assicurato e un «no» al premier Renzi sulle unioni civili, Angelino Alfano infila l'annuncio: «Ho appena firmato un bando per altri 10mila posti nel sistema Sprar: finanzieremo i progetti di accoglienza dei Comuni per il 95 per cento dei costi».

Dietro la sigla Sprar c'è il Servizio per l'accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati: fino a 2 anni fa aveva 3mila posti, l'anno scorso sono arrivati a 20mila, con costi stimati di almeno 450 milioni, metà per lo Stato e metà per i 456 Comuni (su 8mila, si badi bene) che hanno presentato dei progetti ad hoc. Ora la disponibilità sarà di 30mila posti (in tutto i migranti ospitati nei centri di accoglienza italiani sono 86mila) e il titolare del Viminale precisa che l'onere non sarà tutto a carico dello Stato. Un 5 per cento in più che preoccupa molti, ai vertici delle autonomie locali.

E infatti l'insofferenza e le proteste crescono soprattutto nel Nord, dove decine di sindaci si organizzano per respingere l'arrivo in massa degli immigrati e resistere alle imposizioni del governo. Sempre più spesso, così, si assiste a veri e propri scontri tra i primi cittadini e i prefetti.

L'ultima notizia viene dal padovano: 27 sindaci hanno firmato un documento per dire «no» a qualsiasi forma di accoglienza di profughi.

Ieri è stato presentato nel Comune di Mestrino e a guidare il gruppo è il sindaco di Padova, Massimo Bitonci: «Oltre a questi 27 sindaci, 40 assessori e consiglieri comunali di altri Comuni hanno firmato il documento. In tutto solo i sindaci che hanno aderito rappresentano 629mila abitanti, la maggioranza dei padovani, ma a questo fronte aderiranno sempre più sindaci, sarà un fiume in piena».

Che prevede l'accordo? I sindaci faranno fronte comune, adottando ordinanze o regolamenti igienico-sanitari e di pubblica sicurezza ed ogni altra normativa a disposizione per impedire qualsiasi accoglienza.

Nell'incontro di ieri il primo cittadino di Padova ha anche chiesto le dimissioni del prefetto, Patrizia Impresa. «Ha allestito la tendopoli di Padova- accusa Bitonci- senza nemmeno interpellarci o convocare una Conferenza di Servizi. Ora se ne deve andare da qui».

Sul Messaggero Oscar Giannino ha calcolato che l'emergenza-profughi per il 2015 costa complessivamente all'Italia oltre 3 miliardi di euro, di cui circa 2,4 per la gestione dei centri temporanei e definitivi (in cui la diaria per un adulto è 30 euro più iva e quella per un bambino 42) e il resto per l'apparato militare e civile di ricognizione e salvataggio della missione «Frontex». Di questa somma imponente l'Europa ci darà per quest'anno circa 720 milioni di euro. E i costi a carico dei Comuni, fuori da finanziamenti nazionali ed europei, diventano sempre più ingenti.

Un altro «no» è arrivato ieri per mail al prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà : la Usl n.4 Altovicentino è indisponibile a mettere a disposizione la sede dell'ex ospedale De Lellis di Schio per l'accoglienza di immigrati. La prefettura vorrebbe requisire l'immobile, ma il direttore generale Daniela Carraro, dopo aver informato il governatore del Veneto Luca Zaia, si è opposta.

Si vedrà se anche in questo caso il governo userà il pugno di ferro.

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