Allarme sicurezza negli ospedali italiani

Ecco dove è più rischioso partorire secondo il Rapporto Esiti 2014

Allarme sicurezza negli ospedali italiani

Fa già discutere il Rapporto Esiti 2014 appena arrivato sulle scrivanie del Ministero della Sanità. Sono quasi 129 i parametri presi in esame dal documento, per valutare la qualità del nostro sistema ospedaliero. Una delle voci più delicate riguarda la sicurezza delle partorienti. 

Secondo l'accordo tra Stato e Regioni del 2010 i reparti di maternità con meno di 500 parti gestiti all'anno andavano chiusi. Decisione avvalaorata dalla constatazione che i centri con un maggiore numero di nascite garanitscono migliori risultati per la salute delle donne e dei loro bambini. Sui 521 ospedali presi in esame oltre 133 effettuano meno di 500 parti annui, non rispettando i parametri minimi imposti dal Ministero. I maggiori rischi per le partorienti si registrano nei reparti degli ospedali di Campania, Sicilia e Lazio. 

Anche quando si tratta di fratture i risultati sono deludenti, seppur in netto miglioramento rispetto all'ultima rilevazione. Solo nel 45,7 per cento dei casi l'intervento avviene entro 48 ore dalla frattura. Tale lasso di tempo è lo standard previsto entro cui si riducono mortalità e complicanze per il paziente.

Migliorano invece i dati dei ricoveri impropri che registrano un lieve calo. Il tasso di ospedalizzazione per gastroenterite pediatrica, infatti, è diminuito dal 2,2 per cento del 2008 all'1,3 per cento del 2013, mentre nello stesso periodo i ricoveri per broncopneumopatia cronica istruttiva sono scesi dal 2,7 al 2,2 per cento.

Proseguendo nella lettura si scopre inoltre che gli interventi di isterectomia, ad esempio, sono rimasti sostanzialmente invariati nel 2013, rispetto agli anni precedenti, attestandosi su una media nazionale dell'1,8%. Invariata anche la percentuale di interventi alle tonsille, stabili al 2,6% lo scorso anno.

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