Cronache

Quella scritta sfregia la Storia

Quella scritta sfregia la Storia

S critte, parole, segni. Nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1936, la Notte dei Cristalli che dette il via all'eliminazione sistematica nazifascista del popolo ebraico, la notte in cui arsero i beni e le case ebraiche, la parola Juden fu scritta, scarabocchiata, bestemmiata su muri e vetrine e porte. Cominciava il rogo di sei milioni di persone, fra cui un milione e mezzo di bambini. Una scritta non è solo due parole in fila: è un'arma mortale disegnata sul muro, sulla porta, sui social media che sono la maggiore di tutte le superfici sfregiabili con parole offensive destinate a diventare armi. Così alla vigilia della Giornata della Memoria è orribile vedere quelle due parole nere di odio, in tedesco, con lo scarabocchio di una stella di David, il Magen David che gli ebrei portarono cucito addosso come un marchio di condanna a morte. Esso oggi, finalmente, campeggia glorioso sulla bandiera Israeliana. Si, disgusta lo scarabocchio nerastro sulla porta di casa di Aldo Rolfi, il figlio di Lidia Beccaria Rolfi partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, vomitato là di notte da un perfido demente dopo che Rolfi è intervenuto su un giornale locale per ricordare la madre, per altro deportata politica. Ma è in tedesco: chi l'ha scritta sa che la Germania era cosparsa di cartelli e segnali che dicevano da ristoranti, negozi alberghi, scuole: Juden sind hier unerwunscht. Gli ebrei qui non sono desiderati. Sa che negozi e sinagoghe furono sfasciati dopo essere stati segnati. Qui a essere presa di mira è una casa, il luogo di riposo e rifugio di ogni essere umano. Dopo la Notte dei Cristalli furono letteralmente decine di migliaia le case degli ebrei prese di mira, le squadre antisemite entravano e sfasciavano mobili, quadri, vasellame, sventravano cuscini e coperte. A Rostock e a Nannheim i nazisti distrussero praticamente tutte le case ebraiche, ovunque le case nella Grande Germania inclusa l'Austria furono attaccate per perseguitare gli ebrei e renderli miseri viandanti prima di deportarli. Le irruzioni nelle case venivano accompagnate da stupri e uccisioni. Le case, il rifugio di ogni essere umano, furono attaccate e prese di mira una a una proprio perché Juden hier, qui c'è un ebreo. I responsabili di questo gesto devono pagare o si intacca la promessa solenne fatta ieri da quaranta capi di Stato, compreso Mattarella: mai più. L'antisemitismo è un crimine che ha fatto troppe vittime anche in Europa, l'IHRA che il governo italiano come molti altri governi nel mondo ha accettato definisce l'antisemitismo nei suoi vari aspetti e adesso deve diventare una carta dei doveri. È l'ora di affrontare l'antisemitismo ovunque: nelle tane dei nazifascisti, come anche nelle sempre obliterate molteplici espressioni di antisemitismo genocida in Iran e nel mondo islamico in generale. Ogni Paese deve dire a chi odia gli ebrei: «Si, un ebreo è qui.

Juden hier, e ne siamo orgogliosi».

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