Cronache

Il paradosso (incredibile) dei No pass

Combattono il sistema dalla poltrona, accusano il governo di violare la privacy ma lasciano recensioni online con i loro nomi: la follia dei no pass

Il paradosso (incredibile) dei No pass

Leggere le chat dei no pass è spesso un'esperienza mistica. Tra tesi complottiste, falsità tra le più disparate e iniziative incomprensibili, come i rosari di protesta nelle piazze, si trovano anche azioni che dai no Green pass vengono considerati dei veri e propri sabotaggi ma che, in realtà, non servono a niente. Tra queste c'è una vera e propria guerra silenziosa, che da settimane i no Green pass hanno deciso di combattere sugli store dei loro smartphone. Sì, perché oggi la rivoluzione si fa comodamente seduti a casa e con il telefono in casa. Il loro obiettivo? L'app Verifica C19, quella utilizzata nei locali pubblici e in ogni altro esercizio e posto di lavoro per controllare la validità del Green pass, alla quale vengono lasciate recensioni negative.

Si tratta di un'applicazione che è stata sviluppata dal dipartimento per la Trasformazione digitale e che dai no pass viene accusata di essere discriminante, di violare la privacy e, ovviamente, sulla linea delle teorie espresse nelle chat, anche di non rispettare i principi costitutivi. Secondo loro, sommergendo l'app di recensioni negative, gli amministratori degli store ne sospendono la possibilità di scaricamento. Ovviamente non funziona così, ma nel mondo surreale dei no pass, che sono gli stessi che convidono le bufale del web spacciandole per vere, questo può portare a un "sconfitta del sistema".

Il tenore delle recensioni è esilarante. Molto spesso si tratta di un messaggio, sempre uguale, che viene copiato e incollato da più persone che se lo passano nelle chat. Si passa da "non posso fare altro che segnalarvi per discriminazione e crimini contro l’umanità", al "viola la privacy", al più classico, comune e diffuso "applicazione che discrimina le persone". Il tutto accompagnato da una sola stella, che nel mondo delle recensioni equivale a una valutazione pessima. Purtroppo per loro, molti dei manifestanti no pass, nonostante passino gran parte delle loro giornate online, rimbalzando da un post d Facebook a un gruppo Telegram, sono poco avezzi alla tecnologia e per lasciare le recensioni scaricano l'app, che in questo modo accumula donwload e, quindi, punteggio.

Questi sono i rivoluzionari da salotto del terzo millennio, che combattono ciò che per loro è discriminatorio a colpa di stelline su un'app. Il tutto, meraviglia delle meraviglie, utilizzando i nomi e cognomi. Ma come, e la privacy? Che fine ha fatto? Ma non erano loro quelli che non volevano essere schedati come no pass, che accusano l'app di discriminazione? Così facendo è come mettere i cartelloni pubblicitari rivelando al mondo il proprio stato vaccinale. Mica furbo.

A fare da contraltare ai no pass ci sono i pasionati pro pass, che spinti dalle migliori intenzioni vogliono bilanciare l'effetto dei loro "avversari" lasciando recensioni positive. È tutto abbastanza inutile a dire il vero, sia da una parte che dall'altra, visto che né le recensioni negative né quelle positive, in questo contesto, hanno una qualche efficacia. Ma come dicevamo prima, per chi pensa di fare la rivoluzione con lo smartphone in mano, si tratta di una vera e propria guerra e come tale ci sono le fazioni opposte che si combattono.

Magari è un modo per trascorrere un po' di tempo in queste lunghe e fredde giornate invernali.

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