Il timer era stato impostato alla perfezione perché la bomba esplodesse nel momento più delicato della discussione alla Camera sulla nuova legge elettorale voluta da Berlusconi e Renzi. L'esplosione avrebbe dovuto, nei piani dei bombaroli, far saltare in aria l'accordo e rigettare Silvio Berlusconi nella impresentabilità e quindi nella marginalità politica. E in effetti ieri lo scoppio c'è stato, ma a salve. Perché neppure questi terroristi mediatici avevano immaginato che Grillo, tradendo la sua parola e i suoi elettori, avrebbe fatto saltare tutto con ventiquattro ore d'anticipo e per conto suo.
La bomba di cui parliamo è una nuova, ennesima, presunta dichiarazione intercettata a un capo mafia in carcere secondo la quale ci sarebbe Berlusconi dietro le stragi di mafia che insanguinarono l'Italia nei primi anni Novanta.
Avete capito bene: non dietro Ruby ma dietro la mafia, anzi davanti visto che i picciotti avrebbero preso ordini direttamente dal Cavaliere. Verrebbe da ridere se non fosse che questa ipotesi fu purtroppo presa seriamente già in passato, ma sia i fantasiosi pm di Firenze nel '94 che i loro colleghi di Caltanissetta nei primi anni Duemila dopo ampie indagini dovettero arrendersi all'evidenza, oltre che al buonsenso, e chiedere loro stessi l'archiviazione per assoluta mancanza di indizi.
Quando i poteri occulti sono alla frutta hanno due strade. O tirano sòle al Pm di Napoli Woodcock, come è accaduto con i falsi su papà Renzi (ieri persino il Fatto Quotidiano ha dovuto porre le scuse per aver cavalcato quell'inchiesta farlocca), o innescano un mafioso a caso (successe già in passato, sempre con Berlusconi nel mirino, con Spatuzza e Ciancimino). Poi si trova il giornalista consenziente - meglio se in coppia con un conduttore televisivo di chiara fama, sul tipo di Santoro - e il gioco è fatto.
La vera notizia, a questo punto, è che neppure la mafia vuole che si vada a votare e ce lo fa sapere attraverso i servizi deviati che spacciano le intercettazioni scelte ad arte e utili allo scopo.
Ma la notizia è anche un'altra. Se dopo qualche anno di tregua si torna a infangare Berlusconi come ai vecchi tempi vuole dire che l'uomo è tornato centrale e fa paura a chi aveva deciso di spartirsi il Paese senza più dover fare i conti con lui e con i suoi elettori.
Io non so quando e con che legge si andrà a votare, né la cosa mi appassiona più di tanto. Ma so che chi la pensa come noi sarà della partita, e ieri ne abbiamo avuto la riprova. Perché i servizi non scomodano un mafioso schifoso per nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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