Beffa per Di Maio-Lamorgese: patto di Tunisi coi dl Sicurezza

Lega e Fratelli d'Italia, il giorno dopo la visita di Di Maio e Lamorgese a Tunisi, tuonano contro l'attuale maggioranza: "I milioni che daremo ai tunisini per frenare l'immigrazione sono figli del risparmio attuato grazie ai decreti sicurezza"

Beffa per Di Maio-Lamorgese: patto di Tunisi coi dl Sicurezza

Dopo la visita di ieri dei ministri Di Maio e Lamorgese a Tunisi, torna a tenere banco in ambito politico la questione relativa ai decreti sicurezza. Le norme, volute principalmente durante il governo gialloverde dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, oggi sono messe in discussione dall'attuale maggioranza.

Secondo la Lega, in un momento caratterizzato da massicci afflussi di migranti soprattutto dalla Tunisia, mettere nell'agenda politica il ridimensionamento e la modifica dei decreti sicurezza sarebbe un errore. E questo perché, proprio a proposito della visita di ieri a Tunisi dei due rappresentanti del governo italiano, i soldi che dovrebbero essere erogati alla Tunisia per fronteggiare l'emergenza immigrazione sarebbero frutto dei risparmi generati dai decreti sicurezza: “Non solo 11 milioni di aiuti per la Tunisia, frutto dei risparmi sull’accoglienza ottenuti grazie alla Lega di governo – ha dichiarato il deputato del carroccio Nicola Molteni – con i Decreti sicurezza 1 e 2 abbiamo previsto anche la lista dei Paesi sicuri (tra cui la Tunisia) per accelerare i rimpatri, incentivi commerciali per chi accetta di tornare nel Paese d’origine, procedure semplificate per le espulsioni, riduzione dei tempi morti con rimpatrio entro 5 giorni per manifesta infondatezza della domanda di asilo”.

In poche parole, secondo Molteni quanto stabilito lunedì a Tunisi è figlio di quanto già deciso con i decreti sicurezza dal procedente esecutivo gialloverde. Da qui l'attacco netto nei confronti della maggioranza che sostiene il Conte II: “Il governo Conte-Pd-5Stelle – ha dichiarato ancora Molteni – è incapace e pericoloso e si aggrappa alle efficaci norme volute da Salvini, approvate dai grillini e che ora Pd-5Stelle-Leu vogliono cancellare. Ridicoli”.

La visita di Di Maio e Lamorgese nel Paese nordafricano è avvenuta in un contesto in cui le partenze dalle coste tunisine hanno contribuito enormemente a far aumentare il numeri di migranti approdati nelle ultime settimane in Italia. Basti pensare che sugli oltre 16.000 sbarcati dall'inizio dell'anno lungo le nostre coste, almeno il 42% è di origine tunisina. Chi arriva da qui è classificabile nella stragrande maggioranza delle volte come “migrante economico” e, non essendo peraltro la Tunisia un Paese in guerra, può quindi ricevere il foglio di via per il rimpatrio in tempi più celeri.

L'obiettivo infatti del governo è quello di accelerare sul discorso riguardante le espulsioni verso la Tunisia, parte integrante di un programma che prevederebbe anche maggiori aiuti per i controlli da parte delle autorità locali. Un piano però di difficile attuazione per via dell'instabilità politica nel Paese nordafricano, che ha portato tra le altre cose alla caduta del governo nello scorso mese di luglio.

Proprio quest'ultimo elemento potrebbe rappresentare l'ostacolo maggiore alle ambizioni dell'esecutivo Conte II. E sulla questione a tornare all'attacco sono stati anche gli esponenti di Fratelli d'Italia: “Il danno e la beffa. Per colpa di un governo incapace di chiudere i porti l’Italia pagherà la Tunisia per tentare di contenere gli sbarchi. Ma soltanto il blocco navale chiesto da Fratelli d’Italia può fermare le partenze”, ha commentato ai microfoni del Tg2 la senatrice Isabella Rauti.

A farle eco la deputata e collega di partito Carolina Varchi: “Da mesi Lampedusa e la Sicilia sono assediate da sbarchi autonomi, molti dei quali provenienti dalla Tunisia, circa il doppio dell’anno scorso – si legge in una dichiarazione dell'esponente di Fratelli d'Italia – L’allarme del Procuratore di Agrigento sulla pericolosità sociale degli arrivi dalla Tunisia è stato ignorato e la promessa sanatoria è stato un incentivo agli sbarchi”.

“Il Governo, rappresentato da i ministri Di Maio e Lamorgese – ha concluso Varchi – preso atto della propria incompetenza e incapacità di risolvere il problema, ieri si è recato in Tunisia e l’esito del vertice lascia senza parole: l’Italia deve pagare il pizzo per provare a fermare gli sbarchi.

Undici milioni di euro per la Tunisia mentre Lampedusa attende da mesi che venga dichiarato lo stato di emergenza e disposti i conseguenti aiuti economici per imprese e lavoratori. Un Governo pericoloso per gli italiani che deve andare a casa il prima possibile”.

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