Autosole, una strada che da cinquant'anni unisce tutti gli italiani

Celebrato a Firenze l'anniversario dell'autostrada che ha simboleggiato il boom economico del Paese

nostro inviato a Firenze

«Il 4 ottobre 1964 il presidente del Consiglio Aldo Moro inaugurava l'Autosole, un simbolo del miracolo economico. Da quel momento nulla fu più uguale nella connessione fra Nord e Sud del Paese». Il presidente di Autostrade per l'Italia, Fabio Cerchiai, ha ricordato così l'impegno che cinque decenni fa consentì all'Italia di superare la propria arretratezza infrastrutturale.

Un evento che ieri Autostrade per l'Italia ha celebrato nella chiesa di San Giovanni Battista a Campi Bisenzio (nota come «la chiesa dell'Autostrada») alla presenza dell'arcivescovo di Firenze, cardinal Giuseppe Betori, e del ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi. Nell'occasione l'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia (Aspi), Giovanni Castellucci, ha annunciato che «la Variante di Valico, la Modena-Firenze Sud, aprirà ai viaggiatori nel secondo semestre del 2015». Si tratta di «un'opera complessa, figlia di un apparato normativo e burocratico senza eguali - ha aggiunto Castellucci - ma fra poche settimane riusciremo a bucare l'ultima galleria ed entro l'anno prossimo la Variante sarà finalmente aperta al traffico».

«Voglio condividere con voi un pezzo di Italia diversa», ha sottolineato il manager, soddisfatto di essere arrivato alla conclusione di un iter iniziato nel 1982 (con i primi progetti della Variante) e che la burocrazia ha appesantito. Ecco, dinanzi all'Autosole «figlia del boom economico e della semplicità» (ogni lotto costruttivo è stato realizzato liberamente e senza vincoli dalle imprese appaltatrici; ndr), Castellucci ha contrapposto la piccola «Odissea» della Variante di Valico: 4.362 elaborati per il solo tratto tra Barberino e Firenze Nord con «procedimenti infiniti e ben 31 modifiche normative che si sono succedute dal 2001 a oggi». A tutto questo si aggiungono gli ostacoli frapposti dai continui cambiamenti degli schemi di progettazione in seguito alla Valutazione di impatto ambientale (Via), alle Conferenze dei servizi (che hanno fino a 100 soggetti partecipanti) e alla creazione di organismi regionali che impattano sull'iter (Autorità di bacino, Ausl, Arpa, ecc.). Il rammarico di Castellucci è che «la scomparsa di tanti posti di lavoro», oggi, sia «dovuta anche a questo» stratificarsi di norme in conflitto.

La Variante di Valico nei suoi 59 chilometri (dei quali 32 in variante) non è comunque meno interessante dal punto di vista strutturale: 41 gallerie nuove, 41 nuovi viadotti e, ha puntualizzato l'ad, «rappresenta una delle più importanti “mega opere“ in Europa paragonabile, con 7,9 milioni di metri cubi scavati e 14,5 milioni di metri cubi di terra movimentati, al Tunnel della Manica e al Traforo del Gottardo». «Uno sforzo che, unito alle difficoltà normative, dimostra che Autostrade per l'Italia è in grado di far fronte a queste sfide», ha concluso.

Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha replicato alle sollecitazioni di Castellucci. «Se l'Italia vuole guardare avanti e ripartire nella crescita, occorrono investimenti nelle infrastrutture, ma anche una semplificazione delle procedure amministrative», ha rimarcato il ministro.

«Non è più accettabile che per una Via ci vogliano tre anni e mezzo, quando in tutti gli altri Paesi si ottiene in un anno. Un'amministrazione la può dare in 90 o 120 giorni? Dica si o dica no!», ha aggiunto ribadendo che «se le infrastrutture servono a un Paese, si devono realizzare». Cinquant'anni fa, sul tema, non c'erano dubbi.

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