Avellino, tre guardie carcerarie malmenate per una perquisizione in cella

Gli agenti della polizia penitenziaria erano intervenuti perché avevano scoperto che i detenuti stavano effettuando delle telefonate con alcuni cellulari introdotti illegalmente nel carcere

Avellino, tre guardie carcerarie malmenate per una perquisizione in cella

Il blitz nella cella del carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, è finito male per tre agenti della polizia penitenziaria, massacrati di botte dai prigionieri. Le guardie carcerarie erano intervenute perché avevano scoperto che i detenuti stavano effettuando delle telefonate con alcuni cellulari introdotti illegalmente nel carcere.

Una volta entrati in cella i secondini sono stati aggrediti dai carcerati e ne è nata una violenta colluttazione. Ad avere la peggio sono stati i tutori della legge, trasferiti in ospedale per le ferite riportate. Uno degli agenti è stato costretto a farsi suturare una profonda ferita sull'arcata sopraccigliare.

Sull’episodio sono intervenuti i responsabili del sindacato autonomo Uspp. “Basta aggressioni al personale di polizia penitenziaria – hanno detto i sindacalisti Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio – quanto accaduto ad Avellino dimostra l'urgenza di modifica del codice penale in relazione all'inasprimento delle pene per tali odiosi reati commessi in danno alla polizia penitenziaria”.

Contestualmente i due sindacalisti hanno chiesto “l'annullamento dei benefici di legge per i detenuti che si rendono protagonisti di questi reati di aggressione”.

Annunciata anche la richiesta di intervento al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Nonostante la grave carenza di organico ad Avellino il personale riesce con enorme sacrificio a garantire l'ordine e la sicurezza”, hanno spiegato i due sindacalisti.

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