Quali famiglie hanno avuto la forza di attraversare mille anni alla guida delle loro aziende ed essere ancora lì, capaci di mantenere la barra a dritta? Guerre, trasformazioni, rivoluzioni quante ne hanno dovute affrontare? E i travagli interni alle famiglie stesse che hanno dovuto superare? Quante lezioni potrebbe rivelare il loro percorso millenario?
Una speciale classifica, raccolta nel Guinness dei primati, le enumera e le racconta. E ci dice che tra le prime dieci aziende, per longevità, ce ne sono ben cinque italiane.
Giappone, Italia, Francia e Germania. Solo quattro le nazioni rappresentate. In testa due alberghi termali nipponici. Così ho curiosato sul sito del più antico: fondato nel 705, ha un nome difficile da pronunciare e da scrivere: Nishiyama Kaiunkan, ma ha avuto e ha la capacità di fare impresa, da oltre 1.300 anni. Da un albergo all'altro, da Hayakawa ad Awazu, dal 705 al 718. Carlo Magno non è ancora nato quando anche l'Hoshi Ryokan apre i battenti per la prima volta. Dell'impero carolingio non resta altro che polvere, mentre i due Onsen (termali) promettono di coccolare ancora a lungo i clienti.
Della più antica azienda italiana, invece, le Pontificie Fonderie Marinelli, avevo sentito parlare spesso sia perché si trova a due passi da casa, sia per l'unicità dei loro prodotti: campane in bronzo. Non ne conoscevo, però la tradizione millenaria. Agnone è il centro dell'Alto Molise in cui i Marinelli, dall'anno 1000 continuano la loro attività produttiva grazie alla quale riforniscono i campanili di ogni parte del mondo. Il suono delle loro campane, quella che chiamano «voce degli angeli», ogni giorno attraversa il globo, accompagnando le storie di milioni di persone e sottolineandone momenti di festa e tragedia, di nascita e abbandono.
Al quarto e quinto posto della classifica due aziende che fanno del vino il loro punto di forza. Château de Goulaine in Francia e, l'italianissima Barone Ricasoli. Incastonata tra le colline del Chianti l'azienda Ricasoli produce «nettare d'uva« dal 1141. In questa zona il tempo sembra rallentare: «... mi affaccio dalle mura del Castello e guardo il panorama... È un po' come essere agli Uffizi e contemplare un'opera d'arte composta dal binomio uomo-natura», scrive Francesco Ricasoli sul web. L'America non era stata ancora scoperta e Dante e la Divina Commedia sarebbero arrivati tre secoli dopo.
Intanto, nel 1295 a Murano, Barovier & Toso lavorano il vetro come nessun altro sa fare. «In sette secoli abbiamo visto seguire le mode. A Venezia il tempo, invece, è fermo. Non c'è fretta, solo tempo e spazio necessari per affinare un'arte. Ci vuole forza per plasmare il vetro dalla sabbia e dal fuoco. Ci vuole pazienza per arrivare alla forma perfetta e ci vuole cuore, tanto cuore per finire l'opera». Il tempo, la forza, la pazienza e il cuore.
Una cartiera francese ad Ambert e un albergo per pellegrini a Soest in Germania e, spazio ancora alle imprese del Bel paese. Il Rinascimento è alle porte, Firenze il centro del mondo. È lì che nasce l'Oreficeria Torrini. È il 1369. I loro gioielli sono pezzi unici, forgiati da un'arte che continua a tramandarsi nel tempo, alcuni sono addirittura esposti al British Museum. Sul loro sito una scritta che mi ha riempito d'orgoglio: «La lingua ufficiale è l'italiano».
1385. Giovanni di Piero Antinori entra a far parte dell'Arte fiorentina dei vinattieri, e fonda l'azienda che chiude la nostra storia. Da ventisei generazioni, la famiglia Antinori ha sempre gestito direttamente l'attività con scelte innovative e coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio.
Sul loro sito uno straordinario albero genealogico ne racconta ogni passaggio. Penso alla storia, alla loro, alla mia, a quella di ciascuno di noi. Storie nella storia, per le quali il privilegio più grande resta quello di poterle raccontare.
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