Cronache

Popolare di Bari, l'ira dei risparmiatori: "Avevo 70mila euro per mia figlia disabile"

Sono più di 70mila le persone truffate dalla Banca Popolare di Bari. Ieri, un sit-in di protesta organizzato da alcuni risparmiatori all'esterno della sede della filiale di via Cavour: "Ridateci in nostri soldi"

Popolare di Bari, l'ira dei risparmiatori: "Avevo 70mila euro per mia figlia disabile"

"Ridammi i miei sudati soldi". È un coro unico quello che si leva davanti alla filiale più grande della Banca Popolare di Bari, in via Cavour, nel centro cittadino del capoluogo pugliese. A protestare sono le decine di piccoli azionisti truffati, vittime del raggiro architettato dai vertici di uno dei più importanti istituti di credito del Mezzoggiorno.

Dapprima la manipolazione dei dati poi, il rimaneggiamento dei conti e infine la sparizione dei risparmi di una vita. Così sono state svuotate le tasche dei risparmiatori adunati, nella giornata di sabato, davanti alla sede della BPB in segno di protesta. Sono arrabbiati, furiosi e ragionevolmente indignati. E non è soltanto una questione di soldi, ma anche di sogni infranti.

Lo sa bene il signor Fulvio McCants che aveva versato circa 70mila euro nelle casse dell'istituto, una somma destinata alla figlia disabile quando lui e la moglie non avrebbero più potuto prendersene cura. Ora quei soldi non ci sono più."Mia figlia è disabile, ha 47 anni. - racconta l'uomo alle pagine de La Stampa - Io e mia moglie pensiamo in continuazione a quando non potremo più prenderci cura di lei. Ho iniziato a lavorare a 22 anni come agente di commercio e non ho mai smesso, su e giù per la Puglia dal lunedì mattina al venerdì sera. Quei soldi erano la nostra tranquillità. E adesso mi sento uno stupido. Peggio: mi sento in colpa nei confronti della mia famiglia. Le azioni della Popolare di Bari sono scese a 2.38. I nostri risparmi varrebbero 14 mila euro circa. Ma è ancora tutto da vedere se, alla fine di questa sciagura, riusciremo a prendere qualcosa o resteremo con niente in mano".

Ma non si tratta dell'unica testimonianza. Sono decine le storie che si rincorrono fuori dalle vetrate della filiare di via Cavour, proprio laddove centinaia di persone sono state truffate. I loro soldi sono rimasti intrappolati nel passaggio da obbligazioni ad azioni, fino a sparire sotto il loro occhi. "Ho ereditato un po' di soldi da mio padre e ora non ho più niente - dice l' ex funzionaria della regione Puglia Silvia Lapone - Ci fu una direttrice di filiale che mi fece una proposta oscena. Solo il ricordo mi fa stare male. La situazione paradossale fu questa: pur avendo in banca 33 mila euro di azioni congelate, sono stata costretta a chiedere un prestito da 30 mila euro".

Da almeno tre anni, i risparmiatori avevano annusato che la situazione economica della Popolare di Bari fosse tutt'altro che florida e rassicurante: "Dicevano che si stavano ingrandendo, che le azioni erano sicure, che non c' erano rischi", commenta ancora il signor McCants. Lo stesso identico destino è toccato alla signora Maria Lo Iacono, ancora incredula per il raggiro di cui è stata vittima. "È stato assurdo – dice la signora - Avevo messo 20 mila euro da parte. Quando ho deciso di aiutare mia figlia per comprare una casa, loro mi hanno risposto che l' unica scelta che avevo era comprare delle azioni della Popolare di Bari. Non me li davano, i miei soldi".

Sono in totale 77mila le persone truffate dalla Banca Popolare di Bari, tra queste, alcune si sono già rivolte al Sindacato italiano per la tutela dell'investimento e del risparmio per chiedere aiuto. "Occorre fare chiarezza. - dice il segretario nazionale Domenico Bacci - Il salvataggio della Popolare di Bari, con il commissariamento voluto dal governo e l' aumento di capitale da 1,4 miliardi servirà a garantire alla banca la doverosa continuità aziendale, a tutelare i depositi dei clienti e gli investimenti degli obbligazionisti, ma non gli azionisti della Banca Popolare di Bari. Il destino di quei patrimoni pare già oggi segnato". Nei prossimi giorni, è prevista una mobilitazione di massa a Roma. Si spera nell'intervento del governo affinché il maltolto possa essere restituito ai legittimi proprietari".

Ma nonostante i buoni propositi, è difficile tenere alto il morale, soprattutto se tutto ciò che rimane è una pensione consolatoria da 500 euro.

"Vivo con una pensione da 500 euro al mese, - racconta Mimma Annoscia, 70 anni - devo fare i conti con i centesimi, sto attenta anche se compro una fettina di carne e le medicine per me sono roba da gioielleria".

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